La bimba arrivata dal Marocco in una busta della spesa e la famiglia che l’ha accudita: «Non sapevamo nulla, vogliamo adottarla»

El Mehedi Bouzadi è indagato insieme alla moglie per favoreggiamento. Ma lui non ci sta L'articolo La bimba arrivata dal Marocco in una busta della spesa e la famiglia che l’ha accudita: «Non sapevamo nulla, vogliamo adottarla» proviene da Open.

Mar 20, 2025 - 08:38
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La bimba arrivata dal Marocco in una busta della spesa e la famiglia che l’ha accudita: «Non sapevamo nulla, vogliamo adottarla»

neonata busta spesa

Sarah è la bambina arrivata in una busta della spesa dal Marocco a Torino. Per essere venduta. Quattro persone sono state arrestate. Due sono indagate per l’introduzione illegale, due per favoreggiamento. Una famiglia marocchina l’ha ospitata per alcune settimane senza sapere nulla del suo destino. E oggi il capofamiglia El Mehedi Bouzadi parla con La Stampa. Lui vive a Torino da quasi trent’anni: fa il meccanico e il commerciante di auto. Ha vissuto insieme a Sarah per un mese e mezzo. Lei aveva appena due mesi a ottobre quando è stata ceduta dalla madre biologica a una coppia di cittadini marocchini, regolarmente residenti a Torino.

Troppo lavoro

El Mehedi Bouzadi dice a Caterina Stamin che «ci hanno detto che avevano troppo lavoro e che non riuscivano a occuparsi della piccola». Invece volevano venderla. Ma lui dice di non saperne nulla: «Abbiamo solo fatto un favore a quella donna, spendendo mille euro tra passeggini, giochi e pannolini. Volevamo bene alla bambina». «Non c’era una persona che non le volesse bene» nella comunità ai confini della città. «Qui in giardino giocavamo sempre. Le mettevo le scarpe rosa e lei non camminava ancora da sola ma reggendosi al carrellino stava in piedi». Adesso però ha tolto tutto «perché soffrivo. Ho portato in cantina i giochi, così come il seggiolino dove mangiava e tutti i suoi vestiti. Li ho messi dentro dei sacchi e non li voglio più vedere».

«I bambini non si lasciano per strada»

Ha accettato perché «i bambini non si lasciano per strada e poi noi abbiamo la casa grande». Anche se quella donna in questo angolo di Torino non si è quasi mai vista. «È venuta due volte a trovare la bambina, ci ha portato dei pannolini. Ma noi la piccola gliela portavamo, due volte a settimana, al bar dove lavora». E ancora: «Tutti sapevano della piccola. Non aveva i documenti ma noi avevamo una delega, richiesta dai vigili e firmata dalla donna, per tenerla qui temporaneamente. E quando quella donna ce l’ha portata, ci aveva anche mostrato un foglio su cui era scritto che l’aveva adottata in Marocco». Poi «ce l’hanno portata via ma qua stava bene» dice in lacrime. «Così abbiamo scoperto i casini che hanno fatto quella donna e il suo compagno, che hanno portato la bambina illegalmente dal Marocco. Se l’avessimo saputo prima, non l’avremmo tenuta nemmeno per un minuto. Avremmo chiamato la polizia».

Favoreggiamento

Bouzadi e la moglie – arrestati in flagranza e poi rilasciati – oggi restano indagati per favoreggiamento. La loro versione non convince gli investigatori. Ma l’uomo non si dà pace: «Questa è la verità. Io vorrei adottare quella bambina. Non voglio togliere il seggiolino dalla macchina perché spero che ce la riportino. Non riesco più a dormire senza di lei».

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