Isee sbagliato, cosa succede ai bonus e come correggerlo per evitare multe

Il rischio di vedersi arrivare una multa da 25mila euro dopo aver presentato un Isee sbagliato è alto. Per questo motivo è importante correggerlo immediatamente

Mar 30, 2025 - 11:51
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Isee sbagliato, cosa succede ai bonus e come correggerlo per evitare multe

Le famiglie che hanno intenzione di accedere ad agevolazioni e bonus devono presentare l’Isee aggiornato. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente non deve essere richiesto obbligatoriamente da tutti: serve solo e soltanto nel momento in cui si ha intenzione di ottenere un sostegno economico dallo Stato o da un altro Ente. La richiesta può essere effettuata in completa autonomia o è possibile appoggiarsi a un Caf o a un qualsiasi professionista abilitato.

Ma cosa succede se si presenta un Isee sbagliato? Almeno in linea teorica è difficile che questo possa accadere: la piattaforma Inps attraverso la quale si deve compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica è in grado di rilevare eventuali inesattezze. In questi casi la domanda viene rigettata o addirittura ne viene bloccato l’inoltro.

Se i filtri del portale Inps non sono in grado di rilevare gli errori e la richiesta viene inoltrata, si corre il rischio di ricevere delle sanzioni severe, che oscillano tra i 5.000 e i 25.000 euro. A ogni modo se gli errori sono stati fatti in buona fede, c’è sempre la possibilità di rimediare ed evitare di dover pagare delle sonore multe.

Come si corregge un Isee sbagliato

Nel momento in cui ci si dovesse accorgere di aver sbagliato qualcosa nella compilazione dell’Isee è importante effettuare immediatamente le dovute rettifiche. I diretti interessati hanno due modi diversi per porvi rimedio:

  • compilare un modello integrativi;
  • presentare una nuova Dsu.

Il modello integrativo si chiama FC3 ed è necessario per comunicare tutte le informazioni che non sono state inviate in un primo momento. Viene data la possibilità, in altre parole, di rimediare a una svista e trasmettere all’Inps o all’Agenzia delle Entrate le informazioni che non erano state comunicate in precedenza. In linea puramente teorica, il modello compilato in ogni sua parte dovrebbe essere inviato entro e non oltre 15 giorni dalla prima richiesta.

La seconda strada da percorrere è quella di presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica. In questa occasione, ovviamente, sarà necessario indicare tutte le informazioni mancanti e inserire correttamente quelle che erano sbagliate. L’indicatore, a questo punto, verrà calcolato sulla base dei nuovi dati inseriti. La nuova procedura andrà a sostituire quella precedente e l’intoppo si risolverà senza problemi per il futuro.

Come rimediare se a sbagliare è il Caf

Spesso e volentieri le famiglie per richiedere l’Isee si rivolgono ai Caf con la volontà di non commettere errori e andare più sul sicuro. Ma anche i Caf possono commettere errori.

Nella maggior parte delle occasioni, i centri per l’assistenza fiscale si preoccupano di accertarsi che la documentazione consegnata dal richiedente sia corretta e la utilizzano per calcolare la Dsu. Benché sia un caso che capita raramente, gli errori possono essere compiuti proprio dallo stesso Caf. Come può rimediare, a questo punto, l’utente?

Le strade da seguire sono le stesse che abbiamo visto in precedenza. Quindi ci sono due diverse opzioni da seguire:

  • compilare e inoltrare direttamente tramite il Caf il modello integrativo FC3;
  • presentare una nuova Dsu dal Caf.

Cosa si rischia se l’Isee è sbagliato

Purtroppo nel caso in cui l’Isee dovesse essere sbagliato si rischiano delle pesanti sanzioni. A definire quando vengono irrogate e il loro importo sono gli articoli 75 e 76 del Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa. Nel caso in cui le autorità, a seguito di un controllo sulla documentazione presentata, dovesse accorgersi di eventuali difformità, si rischia di andare incontro a pesanti conseguenze:

  • sanzioni amministrative, il cui importo può variare da un minimo di 5.164 euro ad un massimo di 25.822 euro – la multa non può superare il triplo dell’agevolazione percepita;
  • nel caso in cui il bonus percepito dallo Stato o da un altro ente risultasse essere superiore a 3.999,96 euro, si rischia una pena detentiva da 3 mesi a 6 anni.

Oltre alle sanzioni amministrative e al carcere viene bloccata l’erogazione dei benefici ottenuti. Si muoverà, inoltre, l’Agenzia delle Entrate, che chiederà la restituzione delle somme che sono state percepite indebitamente o il versamento delle somme di cui si è beneficiato.

La responsabilità dei Caf o degli intermediari

I Caf e i professionisti abilitati non sono responsabili degli errori contenuti all’interno della Dsu o dell’Isee. Non hanno alcuna responsabilità nemmeno se sono state rilasciate delle dichiarazioni fallaci.

A stabilire questo assunto è stata la Corte di Appello di Lecce con la sentenza 700 del 10 giugno 2021, attraverso la quale è stato chiarito che i Caf e i professionisti devono raccogliere i dati che vengono forniti dai contribuenti e dovranno provvedere a compilare le dichiarazioni basandosi su queste informazioni. Non è loro compito farsi carico di eventuali omissioni.

Spetta loro, comunque, avvisare gli utenti delle eventuali sanzioni a cui potrebbero andare incontro nel caso in cui dovessero presentare delle dichiarazioni mendaci o incomplete.

Isee sbagliato, le conseguenze sui bonus già ricevuti

Può capitare di presentare un Isee errato e di accorgersi degli errori solo dopo aver beneficiato di una agevolazione. Purtroppo l’articolo 316 ter del Codice Penale punisce quanti ottengono in maniera indebita delle erogazioni attraverso dei documenti che attestano situazioni non veritiere.

È opportuno, quindi, apportare le correzioni dovute all’Isee seguendo le modalità elencate in precedenza: l’operazione deve essere effettuata in modo tempestivo, in modo da ridurre il più possibile il rischio di sanzione e di revoca del bonus o dell’agevolazione che è stata ricevuta.