Innovazione del finance e valore d’impresa: i temi al centro del webinar di Oracle e Forbes Italia
Cloud, Ia e nuove competenze stanno trasformando i processi di amministrazione, finanza e controllo: il webinar di Oracle e Forbes Italia L’articolo Innovazione del finance e valore d’impresa: i temi al centro del webinar di Oracle e Forbes Italia è tratto da Forbes Italia.

di Antonio Ravenna
La trasformazione digitale non è più un’ipotesi: cloud, intelligenza artificiale e nuove competenze stanno trasformando i processi di amministrazione, finanza e controllo (Afc), diventando un fattore abilitante per la crescita delle aziende italiane.
La tecnologia, infatti, sta evolvendo in tempi sempre più rapidi. In pochissimi anni l’intelligenza artificiale è passata da futuro possibile a certezza immediata. Oggi, l’intelligenza artificiale e il machine learning aiutano le funzioni Afc delle imprese ad avere una rapida e profonda conoscenza del business e delle sue dinamiche economiche e finanziarie, con un’efficienza che fino a poco fa pensavamo relegata alla fantascienza.
Le valutazioni sui rischi infatti diventano più rapide, la pianificazione più efficace e più sostenibile. Il tutto grazie alla standardizzazione, alla gestione automatizzata delle operazioni e, soprattutto, a insights e modelli predittivi guidati dai dati – le operazioni così dette data-driven – che si riflettono sui processi aziendali, migliorandone in questo modo la governance.
Ne hanno parlato in una tavola rotonda live, coordinata da Antonio Ravenna, redattore e conduttore tech & legal di Forbes Italia:
- Marco Giletta, vp, Cloud Applications Mid-Market, Continental Europe | Oracle
- Simone Scagliarini, partner | Reply Consulting
- Alessandro Geraldi, group chief executive officer | Impresoft
Secondo Marco Giletta, vice president Cloud Applications Mid-Market per Oracle, siamo in presenza di una “fortissima discontinuità” che impone alle aziende – soprattutto quelle medio-piccole – di adottare nuove tecnologie come il cloud e l’intelligenza artificiale per affrontare l’instabilità e ottenere maggior efficienza. “Abbiamo lanciato oltre un centinaio di agenti di intelligenza artificiale – racconta Giletta – veri e propri angeli custodi che supportano le aziende nel migliorare produttività e qualità decisionale”.
Questi agenti non sono più semplici tool, ma veri e propri “colleghi digitali” in grado di interagire con l’ambiente, comprendere contesti e suggerire azioni in tempo reale. Oracle, ad esempio, offre già 50 agenti AI e oltre 100 casi d’uso integrati nella sua suite applicativa Oracle Fusion Cloud (Erp, Hcm, Scm, Cx).
GUARDA IL WEBINAR: https://go.oracle.
Il valore dell’innovazione anche per le medie imprese
La trasformazione non riguarda solo le grandi aziende: coinvolge pienamente anche il tessuto produttivo italiano fatto di imprese di media dimensione. Simone Scagliarini, partner di Reply Consulting, sottolinea come “le medie aziende operano ormai in contesti globali, soggette a turbolenze di mercato che impongono la trasformazione dei modelli di business”. Per farlo, non basta investire in tecnologia: serve una nuova cultura della performance. “Il valore non è più solo finanziario – spiega – ma include sostenibilità, capacità di comunicare con gli stakeholder, e gestione dei dati”.
Proprio la disponibilità di dati di qualità, integrati e accessibili, diventa un prerequisito per attrarre investimenti e competere su scala globale. È un tema centrale anche per Alessandro Geraldi, ceo di Impresoft Group: “Le 23.000 aziende del mid-market in Italia affrontano sfide rilevanti: digitalizzazione, costo del capitale, competizione internazionale. La tecnologia e la finanza sono i due pilastri per sostenere la crescita. Ma i capitali, per arrivare, richiedono time to value: la capacità di generare valore in tempi rapidi. Il digitale è una leva strategica per abilitare la generazione di valore in tempi rapidi”.
Intelligenza artificiale come fattore abilitante (e trasformativo)
Quali sono le applicazioni più strategiche? Secondo Giletta, l’analisi predittiva e la riconciliazione automatica delle transazioni sono tra gli strumenti più trasformativi. “Oracle, che utilizza in prima persona le proprie tecnologie, riesce a chiudere i propri libri contabili e a rilasciare i risultati finanziari di ciascun trimestre fiscale in meno di dieci giorni, cosa particolarmente importante (e grande vantaggio competitivo) per ogni azienda quotata in Borsa. Questo proprio grazie alla standardizzazione dei processi Afc e all’integrazione nativa dell’AI con le proprie applicazioni, come ama spesso ricordare la nostra stessa ceo, Safra Catz”.
Geraldi aggiunge che “l’AI generativa e gli agenti AI consentono non solo di accedere a una conoscenza esterna e interna all’azienda, ma anche di operare su più sistemi, automatizzando attività che prima richiedevano l’intervento umano”. È una rivoluzione paragonabile, per impatto, all’introduzione dei PC in ambito aziendale o degli smartphone nel mondo consumer.
Simone Scagliarini insiste sull’importanza del natural language processing, che permette di interagire con i dati in modo conversazionale. “Oggi posso chiedere a un sistema AI: fammi vedere i report sul cash flow dell’ultimo trimestre. Questo abilita una fruizione più democratica delle informazioni, riducendo le barriere all’uso”.
Il ruolo (centrale) di ceo e cfo
In questo scenario, cambia anche la leadership. Il ceo e il cfo non sono più figure tecniche o meramente amministrative, ma diventano guide del cambiamento tecnologico. “Ogni programma di trasformazione – spiega Giletta – funziona solo se questi due ruoli definiscono obiettivi strategici chiari e misurabili”. Il Ceo fornisce visione aziendale e gli obiettivi macro, appunto, il cfo li declina in ambito finanziario e ne misura l’avanzamento, in termini qualitativi e quantitativi.
Secondo Scagliarini, “Il cfo oggi è il collettore di tutte le performance aziendali, il custode del valore prodotto dai processi”. Geraldi conferma: “Nelle medie imprese, sono proprio il ceo e il cfo a guidare il processo di digitalizzazione. Sono loro a garantire che la tecnologia serva a migliorare governance, efficienza e competitività”.
Competenze, formazione e cultura del dato
Ma c’è anche un tema di competenze. L’IA non è autoesplicativa, e non basta introdurre la tecnologia per trasformare un’organizzazione. Come ricorda ancora Geraldi, “è fondamentale accompagnare le persone, spiegare perché si fa innovazione e come la tecnologia non sostituisce, ma potenzia.”
La tecnologia, insomma, è un abilitatore. Serve a liberare tempo, a valorizzare il capitale umano e a sostenere decisioni strategiche con dati precisi, insight tempestivi e scenari predittivi. Le scelte basate sull’intuito – che restano fondamentali – possono così poggiare su una base razionale solida, analitica, dinamica.
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