Il seme del fico sacro, finalmente in sala la monumentale opera dell’iraniano Mohammed Rasoulof
Per raggiungere Cannes e portare il proprio film, censurato dal regime islamico d’Iran, Rasoulof ha dovuto infatti fuggire di nascosto dal suo Paese L'articolo Il seme del fico sacro, finalmente in sala la monumentale opera dell’iraniano Mohammed Rasoulof proviene da Il Fatto Quotidiano.

Quella Palma d’oro rimasta in pectore e solamente compensata con un premio che ha tutte le sembianze di consolazione (un “Prix spécial inventatosi dalla giuria di Cannes 2024), finalmente esce nelle sale, ovvero dal 20 febbraio grazie a Lucky Red. Si tratta de Il seme del fico sacro dell’iraniano Mohammed Rasoulof, opera monumentale dall’ovvio sapore politico ma portatrice di anche di elevata raffinatezza estetica come nella cifra dell’autore notoriamente perseguitato in patria.
Per raggiungere la Croisette e portare il proprio film, censurato dal regime islamico d’Iran, Rasoulof ha dovuto infatti fuggire di nascosto dal suo Paese, recando con sé le foto di alcuni attori costretti rimasti invece entro i confini. E difatti a tutti i perseguitati come lui il regista aveva dedicato il premio ottenuto sulla Croisette (“Il mio cuore è con i perseguitati dal regime islamico del mio Paese, sono commosso da questo premio, sono triste per la catastrofe che vive il mio popolo quotidianamente, il popolo iraniano vive sotto un regime totalitario, la situazione è gravissima, la gente soffre enormemente.
Gli artisti, gli universitari, i giornalisti, tutti gli intellettuali sono condannati a morte ogni giorno non permettiamo più che il regime si continui con questo massacro”) per un dramma che riverbera una vicenda verosimile alla realtà corrente, con al centro il crescendo di tensione all’interno una famiglia all’indomani della promozione del marito/padre Amin, procuratore di giustizia incaricato agli interrogatori per conto dello Stato di indagati la cui condanna è – di fatto – già sicura. Accade che la sua pistola d’ordinanza, appena consegnatagli, sparisca improvvisamente nell’appartamento di Teheran dove vive con la moglie devota e le due figlie studentesse.
Chi è il responsabile di tale scomparsa? Attorno a questo espediente drammaturgico si articola dunque Il seme del fico sacro, mescolanza di generi (political drama, thriller, family drama, cinema civile) innalzata dalla militanza sottotraccia per ovvie ragioni, sublime discesa agli inferi di un gruppo famigliare, dove sono le donne soprattutto a pagarne le spese. Rasoulof fa crescere il suo esemplare “seme” nei meandri della claustrofobia paranoica, specie in un finale – da non rivelare naturalmente – denso e potentissimo, apice di un racconto cinematografico tra i migliori d’annata. L’opera è anche candidata agli Oscar come miglior film straniero.
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