Il capo della Difesa: “Prepararsi alle minacce virtuali. Fake news e disinformazione sono vere e proprie armi”
Il discorso del generale Luciano Portolano agli allievi ufficiali dell’Accademia militare di Modena in occasione del giuramento 206esimo corso Dignità: “Tutti noi rischiamo di essere esposti non meno della popolazione civile al condizionamento di pensiero ed emozioni. Qui troverete gli strumenti per una resilienza fisica e cognitiva”

Roma, 7 marzo 2025 – Non solo il mestiere delle armi, non solo la capacità di guidare i soldati nelle situazioni più difficili e imprevedibili, gli ufficiali del domani devono preparasi anche alle sfide psicologiche, della comunicazione, ai conflitti a bassa intensità che si sviluppano sulla disinformazione e sulle operazioni cyber. E' l'inevitabile evoluzione della specie di coloro che frequentano l'Accademia militare di Modena, a cui è stato aggiunto il terzo anno di studi.
Questi concetti sono stati sviluppati dal capo di Stato maggiore della Difesa, generale di corpo d'armata Luciano Portolano nel discorso di saluto agli allievi ufficiali del 206esimo corso Dignità, di cui fa parte anche una compagnia di carabinieri, che hanno urlato con una sola voce "Lo giuro", schierati nel cortile del Palazzo ducale di Modena. Il generale Portolano ha chiuso il giro dei discorsi che prima di lui sono toccati al comandante dell'Accademia, generale di divisione Davide Scalabrin, al comandante dell'Arma dei carabinieri, generale di corpo d'armata Salvatore Luongo e al capo di Stato maggiore dell'esercito, generale di corpo d'armata Carmine Masiello.
Pur senza mai nominare episodi come l'offensiva di disinformazione scatenata dalla Russia, gli attacchi degli hacker sempre provenienti da Mosca e i lanci di notizie non sempre verificabili nei teatri di Ucraina, Gaza e Libano, il capo della Difesa ha parlato chiaro agli allievi in kepì. "Come dimostrano le sfide che oggi si prospettano gli scenari operativi che sarete chiamati ad affrontare saranno sempre più dinamici e complessi. Mi riferisco ai rischi dell'instabilità dello scenario geo strategico mondiale con forme di minacce nella dimensione fisica e nella dimensione virtuale. Quest'ultima include il dominio cibernetico non disgiunto dall'analisi dello spettro elettromagnetico e della dimensione cognitiva della comunicazione intesa come combinazione delle operazioni psicologiche, formative, di influenza strategica e di inganno di cui disinformazione e fake news sono la rappresentazione. Nella società occidentale la dimensione cognitiva e il patrimonio valoriale sono sottoposti a minacce da parte dei nostri antagonisti". Un messaggio chiaro pur senza fare nomi e cognomi.
"Questi sfruttando il potere dirompente delle nuove tecnologie e dei moderni mezzi di comunicazione - ha proseguito Portolano- agiscono attraverso operazioni malevole o occulte sotto la soglia del conflitto allo scopo di influenzare l'opinione pubblica e di condizionare l'agire collettivo indebolendo la sovranità degli stati e la loro coesione interna. Un'azione, questa, che sfrutta la permeabilità nella fase narrativa e nella disinformazione delle democrazie occidentali le cui società sono basate su irrinunciabili principi di pensiero e opinione.
La capacità di influenzare pensieri, emozioni e comportamenti rappresenta oggi una vera e propria arma. E tutti noi rischiamo di essere esposti non meno della popolazione civile agli effetti generati sulla nostra mente dalle azioni malevole. L'Accademia militare vi fornirà gli strumenti essenziali per imparare a governare il cambiamento e per diventare ufficiali autorevole capaci di sviluppare una relisienza fisica e cognitiva in grado di contrastare i condizionamenti, per guardare oltre e ragionare fuori dagli schemi, allenando la vostra mente a respingere forme di manipolazione".
Il generale Portolano ha poi motivato gli allievi ufficiali sul piano della leadership e del comando e ha citato la frase di un ammiraglio americano della Nato: "Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano in modo efficace vai insieme a qualcuno”. Come sempre nei discorsi rivolti ai futuri comandanti l'aspetto motivazionale è forte e inevitabile. "La vostra scelta non è per tutti - ha detto il generale Carmine Masiello - è totalizzante, fatta anche di fatiche e rinunce. Il giuramento è un patto di onore e disciplina che vi lega alla Patria, al servizio e al dovere. Non scordatelo mai e siatene sempre orgogliosi! È il vostro dovere che consente alla società civile di vivere in sicurezza, in libertà e in democrazia. Senza di voi, i diritti degli altri non sarebbero garantiti. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le minacce ed è necessario essere attrezzati per rendere più credibile la nostra deterrenza. Perché, come ci ha ricordato il Ministro della Difesa, gli Stati si difendono con Forze Armate preparate." Il comandante dell'Accademia guardava con orgoglio i ragazzi e le ragazze che sta formando all'interno dell'Accademia e li ha salutati con il sorriso sulle labbra.
Il numero uno dell'Arma dei carabinieri, Luciano Luongo, ha voluto lanciare un messaggio di fiducia verso i giovani che hanno giurato in divisa. " Lo scenario che vi attende è sempre più complesso e in costante mutamento, pertanto capacità di giudizio e visione saranno essenziali nello svolgimento dei vostri compiti. È fondamentale sviluppare l’attitudine a guidare il cambiamento, a governare i processi di trasformazione. Andate oltre quello che già conoscete, ponetevi su prospettive diverse, osservate le cose come potrebbero diventare, invece di come sono sempre state". Doveri e soddisfazioni non mancheranno, pur in uno scenario internazionale pieno di nubi e, per ora, con rare schiarite. Alla cerimonia era presente anche il ten. colonnello paracadutista Gianfranco Paglia, Medaglia d'Oro al Valor Militare per essere rimasto ferito nella battaglia di Mogadiscio, in Somalia, padrino del corso. Sotto un sole primaverile che illuminava il cortile dell'Accademia hanno giurato 224 allievi ufficiali, 213 italiani, di cui 52 donne, e 11 stranieri, provenienti da sei Paesi diversi.