Icone del motorsport: Porsche 909 Bergspyder, un laboratorio tecnologico che ha fatto la storia delle corse
La Porsche 909 Bergspyder, con “Berg” che in tedesco significa montagna, fu realizzata appositamente per l’edizione del 1968 del Campionato Europeo di Cronoscalata. Fu la Ferrari a spingere Porsche a entrare in questo tipo di competizione. La casa di Maranello aveva infatti annunciato e testato un’auto da corsa in salita, alimentata da un motore boxer […]

La Porsche 909 Bergspyder, con “Berg” che in tedesco significa montagna, fu realizzata appositamente per l’edizione del 1968 del Campionato Europeo di Cronoscalata. Fu la Ferrari a spingere Porsche a entrare in questo tipo di competizione. La casa di Maranello aveva infatti annunciato e testato un’auto da corsa in salita, alimentata da un motore boxer 12 derivato dalla Formula 1. Questa sfida si inseriva in un contesto competitivo che mirava a elevare il prestigio di Porsche contro l’avversario storico di ogni campo di gara di quel periodo.
La Visione di Ferdinand Piech
Negli anni precedenti, Porsche aveva utilizzato vetture derivate dai prototipi sportivi anche per le competizioni nelle categorie minori. Tuttavia, Ferdinand Piech, il giovane ingegnere visionario responsabile dello sviluppo dell’azienda, capì che per competere con Ferrari, era necessario un approccio innovativo e senza compromessi. Così, commissionò la costruzione di un’auto da corsa dedicata esclusivamente allo scopo di vincere le gare in salita.
Regolamenti e Sviluppo Tecnico
A partire dalla stagione 1967, il Campionato Europeo Montagna si disputò secondo i regolamenti del Gruppo 7, che imponevano l’uso di parafanghi e due sedili, ma senza un peso minimo. Questi regolamenti erano simili a quelli delle auto Can-Am, ma limitavano la cilindrata a 2 litri per le vetture da salita, incoraggiando i tecnici a concentrarsi sulla riduzione del peso. Così, la base della 909 Bergspyder fu costruita a partire dalla Porsche 910/8, già leggera con un peso minimo di 420 kg.
Innovazione nei Materiali
Porsche, negli anni ’60, era tra i pochi produttori con una profonda conoscenza sui materiali leggeri. Il centro sviluppo di Stoccarda era all’avanguardia nello studio di leghe e plastiche rinforzate. La 909 Bergspyder adottò un telaio spaceframe, con l’impiego di titanio per elementi delle sospensioni. Gli ingegneri tentarono di utilizzare leghe leggere anche per i bracci dello sterzo, ma si rivelarono troppo fragili. I freni a disco, derivanti dalla Porsche 910/8, erano incredibilmente fusi in berillio, un materiale raro che contribuiva a ridurre il peso della massa sospeso.
Un Sistema di Carburante Innovativo
Una caratteristica distintiva della 909 Bergspyder era il serbatoio del carburante, limitato a soli 16 litri. Questo sistema, denominato “Kugeltank”, era composto da un guscio esterno in titanio e una sacca interna in gomma, pressurizzata con azoto per inviare il carburante al motore. Inoltre, fu eliminata la pompa del carburante, risparmiando peso.
Il Motore Tipo 771
Il motore scelto per la 909 fu il boxer Tipo 771, derivato dal Tipo 753 impiegato in F1. Sebbene avesse il doppio dei cilindri rispetto ai motori precedentemente utilizzati, il Tipo 771 incorporava molti elementi in comune con motori meno frazionati. Il raffreddamento avveniva ad aria forzata, mentre gli alberi a camme erano azionati direttamente dall’albero motore tramite un sistema di ingranaggi sviluppato da Ernst Fuhrmann.
Prestazioni e Competizioni
Il motore a otto cilindri richiedeva ben 220 ore di lavoro per essere costruito e, inizialmente, produceva 210 CV. Con il passaggio all’iniezione di carburante nel 1968, la potenza aumentò a 275 CV. La 909 Bergspyder, progettata per le gare in salita, contribuì a sviluppare nuove soluzioni tecniche per Porsche, con un telaio progettato per i percorsi in salita e un baricentro ottimale.
Debutto e Risultati nelle Gare
Il debutto della 909 Bergspyder avvenne alla salita del Gaisberg. Nonostante alcuni problemi di alimentazione, la vettura mostrò potenziale, ma il campionato vide anche incidenti tragici che segnarono la stagione. Senza la pressione della Ferrari, la Porsche decise di abbandonare le competizioni di questo tipo, lasciando spazio alla Ferrari per tornare alla ribalta.
Eredità e Innovazione
Sebbene la 909 Bergspyder non abbia avuto un lungo percorso nelle competizioni, ha lasciato un’eredità tecnica che influenzò i successivi modelli Porsche. Soluzioni innovative emerse da questo progetto furono adottate nella fortunata 908/3, che ottenne numerosi successi.
Conclusione
In conclusione, la 909 Bergspyder rimane una delle Porsche più estreme mai costruite, un’auto che ha cambiato il panorama delle corse. Anche se potrebbe sembrare un progetto marginale rispetto ai numeri e alle classifiche moderne, le innovazioni tecniche introdotte con la 909 hanno avuto un impatto duraturo sul motorsport, contribuendo alla leggenda di Ferdinand Piech nella storia di Porsche e Volkswagen.