Hamas propone un governo “tecnico” per Gaza. Reuters: “Trump presenterà il piano di pace durante la trasferta nel Golfo”

Mentre gli attacchi israeliani nella Striscia continuano e si attende l’arrivo dei primi aiuti umanitari dagli Stati Uniti per la popolazione martoriata da un anno e mezzo di guerra, si torna a parlare anche del futuro di Gaza. Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato alla tv saudita al Asharq che l’organizzazione ha “proposto ai […] L'articolo Hamas propone un governo “tecnico” per Gaza. Reuters: “Trump presenterà il piano di pace durante la trasferta nel Golfo” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 11, 2025 - 14:58
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Hamas propone un governo “tecnico” per Gaza. Reuters: “Trump presenterà il piano di pace durante la trasferta nel Golfo”

Mentre gli attacchi israeliani nella Striscia continuano e si attende l’arrivo dei primi aiuti umanitari dagli Stati Uniti per la popolazione martoriata da un anno e mezzo di guerra, si torna a parlare anche del futuro di Gaza. Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato alla tv saudita al Asharq che l’organizzazione ha “proposto ai mediatori un accordo globale con Israele secondo il quale la Striscia di Gaza sarà amministrata da un organismo tecnico e indipendente con pieni poteri”. Se la proposta sarà accettata lo si scoprirà presto: secondo Reuters, che cita fonti dei Paesi del Golfo, Trump potrebbe annunciare la proposta statunitense per un accordo di cessate il fuoco durante la visita in Medio Oriente che inizierà lunedì.

Risulta improbabile quindi che gli Stati Uniti, come riportano invece alcuni media israeliani, abbiano proposto al Movimento Islamico di Resistenza un’intesa “che prevede, al termine del processo, il riconoscimento della partecipazione dell’organizzazione al governo della Striscia di Gaza”, ma solo dopo “il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di un periodo di cessazione delle ostilità”. Un’opzione che contraddirebbe quanto dichiarato da anni da Donald Trump, tra l’altro.

Da Tel Aviv ha invece preso la parola il ministro degli Esteri, Gideon Saar, nel tentativo di uscire dall’imbarazzo causato dalla decisione dell’amministrazione Usa di farsi carico del trasferimento di aiuti umanitari nell’enclave senza il coinvolgimento e il coordinamento di Israele, impegnata invece a bloccare il flusso di cibo e beni di prima necessità dal 2 marzo, aggravando così la crisi umanitaria. “Israele sostiene pienamente l’iniziativa americana di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, che non prevede la partecipazione diretta di Israele – ha dichiarato Saar – Israele sostiene pienamente il piano dell’amministrazione Trump presentato venerdì dall’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee“. Il ministro, nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’omologo tedesco Johann Wedepohl, dopo oltre 50mila morti è arrivato a dire che “solo Hamas è responsabile della guerra e della sua continuazione. Lo Stato terrorista Hamas deve cessare di esistere. Altrimenti Hamas continuerà a essere un incubo per la sicurezza di Israele e per la stabilità dell’intera regione”. Ha però aggiunto che “è chiaro che Gaza fa parte del territorio palestinese. Il conflitto nella Striscia non può essere risolto con mezzi militari, la soluzione politica deve essere al centro”.

Lo Stato ebraico deve fare i conti, però, anche con un altro guaio diplomatico con un attore tutt’altro che secondario nel contesto del conflitto israelo-palestinese: l’Egitto. Una fonte del ministero degli Esteri egiziano ha dichiarato a Ynet che il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv dopo che Israele ha annunciato la sua intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia di Gaza e, contemporaneamente, di non approvare la concessione delle credenziali all’ambasciatore israeliano in Egitto, Uri Rotman, che è stato recentemente nominato dal governo Netanyahu ma che non si è ancora insediato.

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