Grave evoluzione meteo di Primavera
L’inverno appena trascorso ha mostrato una particolare anomalia nella dinamica atmosferica dell’emisfero settentrionale: un Vortice Polare estremamente stabile ha dominato per mesi, ritardando le tipiche manifestazioni meteorologiche invernali sulle medie latitudini. Questo gigantesco sistema di bassa pressione stratosferica, normalmente collocato intorno al Polo Nord, ha mantenuto una compattezza eccezionale, riuscendo a contenere qualunque interferenza dalla […] Grave evoluzione meteo di Primavera

L’inverno appena trascorso ha mostrato una particolare anomalia nella dinamica atmosferica dell’emisfero settentrionale: un Vortice Polare estremamente stabile ha dominato per mesi, ritardando le tipiche manifestazioni meteorologiche invernali sulle medie latitudini. Questo gigantesco sistema di bassa pressione stratosferica, normalmente collocato intorno al Polo Nord, ha mantenuto una compattezza eccezionale, riuscendo a contenere qualunque interferenza dalla troposfera, la fascia atmosferica dove si generano le perturbazioni che influenzano il nostro clima quotidiano.
Una stabilità prolungata fino a Marzo
Durante l’intera stagione invernale, il vortice ha agito da scudo, bloccando l’ingresso di masse d’aria fredda verso le medie latitudini. Questa condizione ha prodotto un clima relativamente stabile su vasta parte dell’Europa e del Nord America, con poche irruzioni fredde e un inverno percepito come più mite del normale. Ma con l’arrivo di marzo, un improvviso mutamento nella circolazione stratosferica ha modificato radicalmente il quadro.
Inversione dei venti e riscaldamento stratosferico
Tra il 9 e il 13 marzo si è verificato un episodio di riscaldamento stratosferico improvviso (Sudden Stratospheric Warming – SSW), fenomeno in cui la temperatura nella stratosfera sopra il Circolo Polare Artico aumenta di colpo anche di 40 °C in pochi giorni. Questo squilibrio termico ha prodotto un’inversione dei venti zonali a circa 60° di latitudine nord, i quali, invece di spirare da ovest verso est, hanno cominciato a soffiare da est. Tale inversione rappresenta un chiaro segnale di cedimento del vortice, che ha iniziato a disgregarsi e a perdere coesione.
Con la struttura del vortice ormai compromessa, il suo centro di massa si è spostato verso l’Europa settentrionale, lasciando scoperta l’area artica centrale. Ciò ha consentito la fuoriuscita di aria gelida che ha iniziato a scivolare verso sud, influenzando il tempo atmosferico anche sull’Italia.
Evento precoce tra i più significativi degli ultimi 70 anni
Secondo le elaborazioni dei centri meteorologici, questo episodio rappresenta il riscaldamento stratosferico finale della stagione invernale. Non solo si tratta della fine formale della stagione fredda stratosferica, ma anche di un evento eccezionalmente precoce, manifestatosi con quasi tre settimane di anticipo rispetto alla media storica. Un anticipo simile si è verificato raramente, rendendo il caso attuale uno dei più precoci registrati negli ultimi settanta anni.
Come nasce il vortice e come si dissolve
Per comprendere l’importanza del crollo del vortice polare, bisogna analizzare il meccanismo che lo origina. Durante l’inverno, il Polo Nord è privo di luce solare, e la stratosfera si raffredda in modo estremo, mentre le regioni tropicali mantengono temperature elevate. Questa differenza termica genera un flusso di masse d’aria che, deviato dalla forza di Coriolis, origina i forti venti occidentali che costituiscono la struttura del vortice.
Quando però le onde planetarie provenienti dalle medie latitudini riescono a salire fino alla stratosfera e a scaldarla rapidamente, la struttura del vortice si destabilizza. I venti rallentano o si invertono, e l’intero sistema perde simmetria, favorendo una disgregazione più o meno rapida. Se ciò avviene a gennaio o febbraio, esiste ancora la possibilità che il vortice si riformi, poiché l’assenza di irraggiamento solare mantiene il raffreddamento stratosferico. Ma quando l’evento si verifica a marzo inoltrato, come in questo caso, la crescente esposizione al sole impedisce un nuovo raffreddamento, determinando la fine irreversibile della stagione stratosferica invernale.
Le ripercussioni sul clima europeo e italiano
Il crollo del vortice polare genera effetti visibili anche al livello della troposfera. In particolare, l’aumento della pressione atmosferica sopra le regioni artiche può determinare un’espansione dell’Alta Pressione delle Azzorre verso l’Europa centrale e il Bacino del Mediterraneo. Questo spostamento modifica profondamente la circolazione atmosferica, con ripercussioni anche sull’Italia.
Il jet stream, ovvero la corrente a getto che guida le perturbazioni da ovest a est, tende a frammentarsi durante questi periodi, dando origine a vortici freddi isolati. Queste sacche di aria polare possono penetrare in zone temperate, portando ondate di freddo tardive, anche dopo l’inizio della Primavera meteorologica.
Italia tra instabilità e ritorni di freddo
In questo scenario, anche l’Italia si trova esposta a una maggiore instabilità. Il probabile rafforzamento dell’anticiclone subtropicale nei prossimi giorni potrebbe essere contrastato da incursioni fredde a causa delle continue oscillazioni del getto polare. Le temperature, già altalenanti, potrebbero subire nuovi cali, con ritorni di condizioni invernali soprattutto al Nord Italia e nelle aree interne del Centro Italia. Rovesci nevosi a bassa quota, gelate tardive, forti venti e temporali potrebbero essere dietro l’angolo, nonostante il calendario indichi l’inizio della stagione mite.
Questo tipo di evoluzione atmosferica conferma la stretta interconnessione tra i piani alti dell’atmosfera e le dinamiche meteorologiche quotidiane, con effetti anche intensi sulle attività umane e sugli ecosistemi. L’Italia si trova dunque in una fase di transizione meteorologica particolarmente sensibile, dove il retaggio dell’inverno continua a farsi sentire, pur nel contesto di una Primavera ormai avviata.