Gli Stati Uniti vogliono vendere oro per aggiungere Bitcoin alla propria riserva
Il governo degli Stati Uniti sta valutando diverse strategie per acquisire Bitcoin senza gravare sui contribuenti.


Il governo degli Stati Uniti sta valutando diverse strategie per acquisire Bitcoin senza gravare sui contribuenti. Secondo un analista di Standard Chartered, l’amministrazione Trump potrebbe perseguire un approccio budget-neutral, utilizzando risorse già disponibili.
Le nuove strategie degli Stati Uniti per creare una riserva strategica di Bitcoin
L’idea di una riserva strategica di Bitcoin è diventata realtà grazie a un ordine esecutivo firmato giovedì dal Presidente Donald Trump. Il provvedimento incarica il Segretario del Tesoro Scott Bessent e il Segretario del Commercio Howard Lutnick di individuare strategie per l’acquisto della criptovaluta.
Secondo Geoff Kendrick, capo della ricerca sugli asset digitali presso Standard Chartered, il governo potrebbe scegliere tra tre opzioni principali:
1. Vendere una parte delle riserve auree degli Stati Uniti.
2. Utilizzare il Fondo di Stabilizzazione del Tesoro (Exchange Stabilization Fund, ERF).
3. Integrare un piano di acquisto nel Bitcoin Act del 2024, promosso dalla senatrice Cynthia Lummis.
L’obiettivo è evitare qualsiasi incremento dei costi per i cittadini americani, in linea con le restrizioni imposte dal decreto presidenziale.
Stati Uniti: la vendita di oro come possibile soluzione per aumentare le riserve Bitcoin
Attualmente, il governo degli Stati Uniti possiede 8.133,46 tonnellate di oro, con un valore stimato di 758 miliardi di dollari. Questa riserva rappresenta un’importante fonte di liquidità.
La vendita di parte di questi asset potrebbe finanziare in modo diretto l’acquisto di Bitcoin, senza la necessità di allocare nuove risorse di bilancio. Questa strategia sarebbe coerente con l’idea di diversificare gli asset nazionali, riducendo l’esposizione esclusiva sull’oro.
L’Exchange Stabilization Fund: uno strumento per acquistare Bitcoin
Una seconda opzione consiste nell’utilizzare l’Exchange Stabilization Fund (ERF), un fondo istituito per intervenire nei mercati valutari. Questo fondo, che attualmente detiene 39 miliardi di dollari in attività nette, è solitamente impiegato per influenzare il tasso di cambio del dollaro.
Secondo Kendrick, destinare questi fondi all’acquisto di Bitcoin rappresenterebbe una svolta nelle politiche economiche statunitensi. Se attuata, questa strategia segnerebbe un allontanamento dalle tradizionali operazioni di stabilizzazione valutaria per puntare su un asset digitale emergente.
Il Bitcoin Act del 2024 e l’integrazione di un piano di acquisto
Un’altra possibile strada passa attraverso il BITCOIN Act del 2024, una proposta di legge avanzata dalla **senatrice Cynthia Lummis (R-WY)**. Se approvata, questa normativa autorizzerebbe il Tesoro a comprare 1.000.000 di Bitcoin in un periodo di cinque anni.
Kendrick sottolinea che il provvedimento potrebbe essere integrato in un pacchetto legislativo più ampio, garantendo che la spesa sia bilanciata e dunque priva di impatti negativi sul bilancio federale.
Le riserve attuali di Bitcoin e il divieto di vendita
Oltre alle nuove acquisizioni, il governo statunitense possiede già una rilevante quantità di Bitcoin derivante da sequestri legali. Attualmente, le autorità federali controllano 198.100 BTC, equivalenti a circa 17,8 miliardi di dollari.
Il decreto di Trump vieta la vendita di questi asset, allineandosi con il principio di una riserva strategica. Anche il BITCOIN Act di Lummis prevede restrizioni simili, impedendo al governo di liquidare le proprie partecipazioni in criptovalute confiscate.
Un cambiamento di politica sulle criptovalute: verso una riserva di asset digitali più ampia
Questa decisione rappresenta una svolta significativa per il governo degli Stati Uniti. Tradizionalmente, i Bitcoin confiscati per reati finanziari venivano venduti sul mercato.
Il White House Crypto e AI Czar, David Sacks, ha recentemente evidenziato che gli Stati Uniti hanno perso 17 miliardi di dollari di valore vendendo Bitcoin in passato. Conservare questi asset, invece, potrebbe generare rendimenti significativi nel lungo termine.
Durante la campagna elettorale, Trump aveva avanzato l’idea di un “strategic crypto stockpile”, una riserva strategica di asset digitali. Durante un intervento domenicale, ha menzionato diverse criptovalute, fra cui Ethereum (ETH), Solana (SOL), XRP e Cardano (ADA).
Tuttavia, l’ordine esecutivo attuale non autorizza l’acquisto di asset digitali diversi dal Bitcoin. Questo suggerisce che, almeno per ora, la politica della Casa Bianca sia focalizzata esclusivamente sulla principale criptovaluta.
Un futuro incerto, ma con implicazioni globali
L’iniziativa di Trump potrebbe avere effetti duraturi sulle politiche economiche internazionali. Se gli Stati Uniti adotteranno Bitcoin come riserva strategica, altre nazioni potrebbero seguire la stessa strada.
Resta da vedere quale delle tre strategie proposte verrà adottata. La scelta tra oro, fondi del Tesoro e legislazione potrebbe ridisegnare il rapporto tra finanza tradizionale e criptovalute, con conseguenze imprevedibili sui mercati globali.