Ferrari contro Cardile: rischio indebito scambio di informazioni
Un silenzio assordante sulla faccenda Cardile. La Ferrari, 8 luglio dello scorso anno, attraverso un ermetico e scarno comunicato informava che il suo direttore tecnico si era dimesso. Dopo oltre vent’anni di onorato servizio con il gruppo di Maranello. Per descrivere gli avvenimenti in modo corretto, occorre contestualizzare il periodo, poiché questo comunicato aveva sorpreso […]

Un silenzio assordante sulla faccenda Cardile. La Ferrari, 8 luglio dello scorso anno, attraverso un ermetico e scarno comunicato informava che il suo direttore tecnico si era dimesso. Dopo oltre vent’anni di onorato servizio con il gruppo di Maranello. Per descrivere gli avvenimenti in modo corretto, occorre contestualizzare il periodo, poiché questo comunicato aveva sorpreso anche gli addetti ai lavori. Prima dell’approdo in Aston Martin, l’ingegnere aretino era stato nominato direttore tecnico Ferrari direttamente da Frederic Vasseur, dopo che lui stesso l’aveva ereditato da Mattina Binotto.
Una promozione che appariva un inequivocabile attestato di stima, non certamente una carica ad interim. Come diretta conseguenza del caos in Red Bull, dovuto all’indagine interna che vedeva Horner sul banco degli imputati, e per altre ragioni tecniche, Adrian Newey, all’inizio dello scorso mondiale, maturò la decisione di lasciare la squadra di Milton Keynes. Da quel momento si infittirono le voci sul presunto arrivo del mago inglese al team italiano. Parliamo del corteggiamento portato avanti negli anni, in cui Adrian è stato davvero a un passo dalla storica scuderia modenese.
Ferrari, via Cardile ma Newey non arriva
L’uscita di Cardile sembrava avvalorare il possibile arrivo del progettista nativo di Stratford-Upon-Avon, visto che il manager italiano era già stato annunciato dalla Aston Martin come nuovo rinforzo, e la Ferrari pareva disposta a fare follie pur di ingaggiare l’indiscusso fenomeno dell’aerodinamica. Quando è arrivata l’ufficialità che anche Newey era diretto al team britannico, è parso evidente che le dimissioni di Cardile non fossero dipese dal potenziale demansionamento conseguente all’arrivo di Adrian alla corte del Cavallino Rampante.
Nella giornata di ieri, il deus ex machina della progettazione ha iniziato ufficialmente la sua avventura con Aston Martin, dove si occuperà principalmente del progetto 2026, ma non disdegnerà di fornire una mano, e a quanto pare il bisogno c’è eccome, nel migliorare il rendimento della AMR25. Una monoposto di F1 che durante i test pre stagionali non ha convinto come si poteva pensare. Nel mentre, sull’ex direttore tecnico del team ubicato in Via Abetone Inferiore 4 è calato da mesi una sorta di oblio. Un silenzio che non poteva durare in eterno e che già da tempo destava parecchi sospetti.
Il contenzioso è tra Ferrari e Cardile
Negli ultimi giorni è emerso che la scuderia modenese ha bloccato il passaggio del tecnico italiano, avvalendosi del supporto dei propri legali. La Procura della Repubblica di Modena si è espressa in favore della Rossa, intimando a Cardile di interrompere qualsiasi forma di collaborazione sino al 18 luglio con Aston Martin. Si legge: “L’ex dipendente stava già violando l’impegno di non concorrenza assunto a favore di Ferrari, il cui scopo era evitare che gli altri team ingaggiassero Cardile prima di quanto consentito e trarne un ingiustificato vantaggio competitivo, causando al team italiano un pregiudizio irreparabile.”
In sostanza, secondo la Procura di Modena, Cardile avrebbe violato quello che in gergo è chiamato gardening leave. La vicenda lascia non pochi punti interrogativi. Il gardening leave può avere una durata massima di 12 mesi in relazione alla posizione ricoperta dalla risorsa. È possibile che un team del calibro di Aston Martin non fosse a conoscenza del periodo di “aspettativa” di una delle sue future figure apicali? Parliamo di una squadra che in passato ha vinto un braccio di ferro con Red Bull in merito all’ingaggio di Dan Fallows. E quanto pronunciato dal tribunale appare, è evidente, di enorme gravità.
Enrico avrebbe prestato opera nelle fila di un competitor quando, sempre secondo la Procura, non avrebbe potuto farlo, venendo meno all’impegno di non concorrenza assunto nei confronti della Ferrari. Per di più: come è stato possibile verificare l’infrazione contestata al tecnico italiano? Il periodo di gardening è uno strumento controverso, ideato per non consentire il knowledge transfer immediato. Ma risulta difficile pensare che uno stimato professionista, come l’ex DT toscano, sia venuto meno agli impegni assunti con la sua ex squadra, lavorando alla luce del sole per il suo nuovo datore di lavoro.
Al tutto in barba a precise scadenze definite quando ha terminato il suo rapporto di lavoro con il team di Maranello. In base alle informazioni in nostro possesso, il contenzioso tra Ferrari e il suo ex direttore tecnico sarebbe iniziato da molto tempo. E le motivazioni reali potrebbero riguardare un possibile e ipotetico scambio di informazioni. Non quello che sta emergendo nelle ultime settimane. Difficilmente si arriva a “carte bollate” per il mancato adempimento del periodo di aspettativa. Del resto, il risentimento di Stroll sarebbe inappropriato a fronte di un periodo di gardening che doveva essere noto già a luglio dello scorso anno.
In virtù di quanto deciso dai giudici, Cardile potrà iniziare la sua esperienza in Aston Martin a partire dal prossimo luglio, compromettendo irreparabilmente il suo contributo sul prossimo progetto tecnico. In tal senso, risulta quantomeno errato il benvenuto ufficiale all’ingegnere italiano, come figura chiave nel processo di sviluppo delle rivoluzionarie auto 2026 della prossima stagione. A certi livelli, incomprensioni sulle tempistiche del gardening leave appaiono davvero assurde e decisamente poco credibili. Attendiamo per ulteriore sviluppi di questo caso.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull F1 – Scuderia Ferrari – F1Tv