Ecco il piano per l’auto dell’Ue: obiettivi confermati ma più flessibilità sui metodi. A iniziare dalle multe sulle emissioni

Nelle 18 pagine del documento presentato dalla Commissione vengono ribadite le priorità, ma si aprono spiragli su come raggiungerle L'articolo Ecco il piano per l’auto dell’Ue: obiettivi confermati ma più flessibilità sui metodi. A iniziare dalle multe sulle emissioni proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 5, 2025 - 18:18
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Ecco il piano per l’auto dell’Ue: obiettivi confermati ma più flessibilità sui metodi. A iniziare dalle multe sulle emissioni

Un passo indietro sulle multe per l’eventuale mancato raggiungimento della riduzione delle emissioni della flotta di nuova immatricolazione e un passo che al momento sembra solo di lato sul bando delle auto con alimentazioni convenzionali del 2035. Gli impegni contenuti nelle 18 pagine dl piano per l’industria europea dell’auto, che in ogni caso dovranno venire ratificati da Europarlamento e governi nazionali, presentati dal commissario ai trasporti, il greco Apostolos Tzitzikōstas, includono la decisione di lavorare a un emendamento per alleggerire la pressione sulle case automobilistiche che temono in incorrere nelle multe, fino a 15 miliardi stimati.

Gli obiettivi resteranno invariati, ma i tempi sono stati allungati e i nuovi limiti dovranno venire raggiunti nel triennio, entro il 2027, bilanciando eventuali sforamenti di uno o più anni con i risultati positivi di altri esercizi.

Circa il divieto di commercializzazione di auto e veicoli commerciali con motori a combustione, la Commissione ha confermato la scadenza del 2035, anche se ha preso in considerazione le richieste di una maggior flessibilità. Almeno per il momento non ci sono le ventilate deroghe per le plug-in, che su strada, secondi i dati esaminati sulla percorrenza reale, inquinano molto di più del dichiarato perché i conducenti le guidano quasi per niente in modalità elettrica.

A livello comunitario si lavora per accorciare i tempi che riguardano la possibile revisione delle norme sulle emissioni: era una delle richieste del governo italiano, non l’unico a spingere su un allentamento della morsa. La verifica dei regolamenti verrà anticipata alla seconda metà di quest’anno. Non è chiaro se questa parziale apertura possa spalancare le porte anche ai biocarburanti (un’opzione molto gradita a Roma e all’Eni), dopo il via libera già ottenuto da quelli sintetici. La questione climatica resta la priorità della Commissione, che però sembra meno chiusa rispetto al ruolo che potrebbero avere altre tecnologie.

Sfumata l’ipotesi di incentivi europei a supporto della conversione elettrica della mobilità, l’esecutivo comunitario presieduto da Ursula von der Leyen ha deciso di impegnare cifre di una certa rilevanza a favore dell’infrastruttura di ricarica e della produzione locale di batteria. Nel primo caso dovrebbero venire stanziate ulteriori somme da aggiungere ai 570 milioni già previsti dall’AFIR, il pacchetto di dispositivi che riguarda anche i combustibili alternativi. Nel secondo, i 3,2 miliardi resi disponibili per la fabbricazione di celle attraverso Fondo Innovazione e InvestEU verranno integrati da altre iniziative per supportare lo sviluppo della catena del valore europea, tanto che per la creazione di una “filiera” competitiva verranno stanziati 1,8 miliardi. C’è poi il tema delle flotte aziendali, di cui la Commissione auspica una veloce elettrificazione per favorire la decarbonizzazione.

Alcuni costruttori, quelli che temevano di incorrere nelle sanzioni come i gruppi Volkswagen e Stellantis, tirano un sospiro di sollievo. Altri, che come ad esempio Volvo avevano adeguato la gamma immaginando di trarne un vantaggio competitivo, si sentono penalizzati.

Per la Clepa, l’associazione che rappresenta i fornitori, decisamente sotto pressione, “la domanda cruciale rimane: come verrà implementata nella pratica la neutralità tecnologica?”. “Per sostenere la competitività e preservare i posti di lavoro, l’UE deve abbracciare un portafoglio diversificato di tecnologie sostenibili, tra cui ibridi plug-in (PHEV), range extender, idrogeno e carburanti rinnovabili”, ha avvertito il segretario generale Benjamin Krieger.

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