Ddl Spazio, il tweet che inguaia il Governo. Casu (Pd): “L’articolo 25 è stato scritto su misura per Musk. Lo ha ammesso lui stesso”
Non si placano le polemiche dopo l’approvazione alla Camera del Ddl Spazio, la prima norma mai discussa dal Parlamento italiano per regolare le attività economiche al di fuori del nostro Pianeta, diventata un caso politico internazionale. Per il ministro Adolfo Urso, primo firmatario del Ddl insieme alla premier Giorgia Meloni: “L’Italia indica all’Europa la rotta […]

Non si placano le polemiche dopo l’approvazione alla Camera del Ddl Spazio, la prima norma mai discussa dal Parlamento italiano per regolare le attività economiche al di fuori del nostro Pianeta, diventata un caso politico internazionale. Per il ministro Adolfo Urso, primo firmatario del Ddl insieme alla premier Giorgia Meloni: “L’Italia indica all’Europa la rotta per lo Spazio”. Per l’opposizione invece la norma, in particolare all’articolo 25 che ha ad oggetto la riserva di connettività nazionale, è stata scritta su misura per Elon Musk, patron di Space X, fornitrice del servizio satellitare Starlink.
“A chi continua a chiedermi come posso esser certo che l’articolo 25 sia stato scritto su misura per Musk la risposta è semplice. Perché lo ha ammesso lui stesso”, ha scritto oggi sui social il deputato del Partito democratico (Pd), Andrea Casu, allegando lo screenshot di un re-tweet pubblicato dall’uomo più ricco del mondo nel settembre dello scorso anno.
A chi continua a chiedermi come posso esser certo che l’articolo 25 sia stato scritto su misura per Musk la risposta è semplice. Perché lo ha ammesso lui stesso, condividendo questo tweet. Avanti a testa alta per difendere interesse nazionale e dignità del Parlamento #DDLspazio pic.twitter.com/ER8FXnylRl
— Andrea Casu (@andcasu) March 7, 2025
Il post di Musk, in cui il patron di Space X si limita ad approvare quanto scritto dal blogger S.E. Robinson Jr. (che pubblica la cronaca delle attività quotidiane delle aziende dell’uomo più ricco del mondo), risale a quando la premier si recò negli Stati Uniti per partecipare ai lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, presenziando anche alla Cerimonia di conferimento del Global Citizen Awards, assegnatole dall’Atlantic Council (un riconoscimento conferito ogni anno a personalità distintesi a livello globale).
“Domani Elon consegnerà a New York il Global Citizen Awards alla premier italiana Giorgia Meloni”, riassume il 23 settembre scorso il blogger texano, che prima di elogiare il referente in Italia del patron di Space X Andrea Stroppa, aggiunge: “L’articolo 25 sta spianando la strada a Starlink come sistema di backup italiano”. Circa due ore dopo, Musk rilancia il tweet, aggiungendo solo: “Proprio così”.
Il post sembra citare il principale oggetto del contendere del disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, quell’articolo 25, che prevede l’istituzione di una “riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso comunicazioni satellitari, finalizzata a garantire, in situazioni critiche o di indisponibilità delle principali dorsali di interconnessione delle reti terrestri, un instradamento alternativo e con velocità di trasmissione adeguata alle comunicazioni tra nodi di rete strategici per applicazioni di natura governativa o di interesse nazionale, ivi incluse le funzionalità e le comunicazioni del cloud nazionale”.
Allora il testo di per sé era già pubblico e l’attento blogger texano ne cita proprio l’articolo più “spinoso”, ricevendo l’approvazione di Musk. Il Ddl infatti era stato licenziato dal Consiglio dei ministri a giugno scorso e presentato alla Camera il 10 settembre, dove era approdato in Commissione attività produttive il 30 ottobre e infine in aula il 3 marzo, prima dell’approvazione avvenuta ieri, 7 marzo, con 133 sì e 89 no, tra le polemiche dell’opposizione, che ora intende dare battaglia al Senato.
Sia in Commissione che in aula infatti la maggioranza ha bocciato un emendamento proposto dalle opposizioni, considerato “anti-Musk” dal suo referente in Italia Andrea Stroppa, che proponeva di affidarsi – nel caso in cui per emergenza, guerre e quant’altro le telecomunicazioni del Paese dovessero saltare – a soggetti esterni, “istituzionali appartenenti all’Unione europea o, in caso di comprovata impossibilità, all’Alleanza atlantica”. I partiti che sostengono Meloni invece hanno preferito mantenere il testo originale, che parla solo di “soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza atlantica”.