Cos’è questa storia dei semi germogliati italiani che hanno provocato più di 500 casi di salmonella in Europa

Negli ultimi anni, i semi germogliati sono diventati molto apprezzati per le loro proprietà nutrizionali: ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti, vengono spesso inseriti nelle diete salutiste e vegetariane. Tuttavia, la loro produzione, se non vengono seguite rigorose pratiche di sicurezza alimentare, può comportare alcuni rischi microbiologici. Lo dimostra l’epidemia di salmonellosi che ha colpito oltre...

Mar 13, 2025 - 14:44
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Cos’è questa storia dei semi germogliati italiani che hanno provocato più di 500 casi di salmonella in Europa

Negli ultimi anni, i semi germogliati sono diventati molto apprezzati per le loro proprietà nutrizionali: ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti, vengono spesso inseriti nelle diete salutiste e vegetariane. Tuttavia, la loro produzione, se non vengono seguite rigorose pratiche di sicurezza alimentare, può comportare alcuni rischi microbiologici.

Lo dimostra l’epidemia di salmonellosi che ha colpito oltre 500 persone in Europa e che, secondo le indagini, sarebbe legata proprio al consumo di semi germogliati, nello specifico quelli di alfalfa provenienti dall’Italia.

A rivelarlo è un rapporto congiunto del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), pubblicato pochi giorni fa.

L’epidemia è iniziata a gennaio 2023 ma è tuttora in corso, nuovi casi sono infatti ancora possibili, almeno fino a quando non si individueranno con certezza le cause della contaminazione nella catena produttiva.

L’epidemia di salmonella

Tra gennaio 2023 e gennaio 2025, sono stati confermati 509 casi di salmonellosi in nove Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (UE/SEE), oltre a un caso nel Regno Unito:

  • Norvegia: 257 casi
  • Svezia: 110 casi
  • Finlandia: 94 casi
  • Germania: 30 casi
  • Paesi Bassi: 9 casi
  • Danimarca: 4 cas
  • Francia: 3 casi
  • Belgio: 1 caso
  • Estonia: 1 caso
  • Regno Unito: 1 caso

L’epidemia ha coinvolto otto sierotipi diversi di Salmonella, tra cui S. Adelaide, S. Enteritidis e S. Typhimurium, alcuni dei quali molto rari in Europa.

La causa? Appunto i germogli, identificati come veicolo di infezione in molteplici indagini nazionali, il che è stato anche confermato dall’analisi del sequenziamento centralizzato dell’intero genoma (WGS) dell’UE.

Gli investigatori hanno poi ricondotto questi prodotti a un unico fornitore italiano, che li aveva acquistati da tre coltivatori situati nella stessa regione italiana. Tuttavia, le analisi condotte sulle scorte del fornitore non hanno rilevato la presenza di Salmonella, il che potrebbe essere dovuto alla difficoltà di individuare il batterio nei semi essiccati.

Ulteriori indagini sono in corso per accertare se la contaminazione sia avvenuta in altre fasi della catena di produzione e distribuzione. Un rapporto FAO-OMS del 2023 ha infatti sottolineato come il rischio di contaminazione batterica nei germogli possa verificarsi in ogni fase del processo, dalla selezione dei semi fino alla lavorazione.

Dopo la scoperta dell’origine dell’epidemia, le autorità dei Paesi coinvolti hanno adottato misure di sicurezza, tra cui il ritiro e il richiamo dei lotti di semi germogliati contaminati. Tuttavia, nuovi casi di salmonellosi continuano a emergere, suggerendo che prodotti contaminati possano ancora essere in circolazione.

casi salmonella semi germogliati

@ECDC

E in Italia?

Nonostante i semi germogliati contaminati provengano proprio dall’Italia, non ci sono stati casi di salmonellosi segnalati nel nostro Paese. Ciò potrebbe essere dovuto alla distribuzione dei prodotti contaminati, che ha privilegiato l’esportazione verso il Nord Europa.

Dai dati diramati dall’ECDC non sappiamo neppure il nome del fornitore dei semi.

I rischi legati al consumo di germogli

Questa non è la prima volta che il consumo di germogli provoca un’epidemia. Per questo motivo, gli esperti generalmente consigliano a tutte le categorie più a rischio (ma in realtà un po’ a tutti) di evitare il consumo di germogli crudi e di cuocerli sempre per ridurre il rischio di infezioni alimentari.

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Fonte: ECDC

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