Banco Bpm: l’Eba scarica sulla Bce la bocciatura del Danish Compromise su Anima
L'Eba respinge la richiesta di chiarimenti di Banco Bpm sul Danish Compromise perché, secondo l'autorità, la questione non può essere affrontata tramite "il processo di Q&A" e si conforma al parere negativo della Bce L'articolo Banco Bpm: l’Eba scarica sulla Bce la bocciatura del Danish Compromise su Anima proviene da FIRSTonline.


Dopo il parere negativo della Bce sull’applicazione del Danish Compromise all’Opa su Anima, Banco Bpm sperava in un, seppur improbabile, ribaltamento dell’Eba. E invece la risposta dell’autorità bancaria europea rappresenta l’ennesima doccia gelata: l’Eba ha respinto la richiesta di chiarimenti di Piazza Meda “perché la questione sollevata è al di fuori dell’ambito del processo di Q&A e come tale non può essere affrontata tramite un Q&A, toccando profili ed elementi “che richiedono una valutazione più ampia e approfondita”. Tradotto: l’Autorità ha deciso di non intervenire, conformandosi al parere di Francoforte, mentre è ancora in corso il cda di Banco Bpm, riunitosi per decidere il da farsi.
La risposta dell’Eba a Banco Bpm
Lo scorso febbraio Banco Bpm si era rivolta all’Eba chiedendo chiarimenti sul processo autorizzativo relativo alla possibile applicazione del compromesso danese all’offerta su Anima. Attraverso un documento pubblicato giovedì 27 marzo, la richiesta è stata però rigettata perché, secondo l’autorità, la questione non può essere affrontata tramite il questionario.
Lo strumento Q&A, spiega ancora l’Eba, “è stato creato per fornire spiegazioni e interpretazioni non vincolanti su questioni relative all’applicazione pratica o all’attuazione delle disposizioni degli atti legislativi”, ma le Q&A “non possono, ad esempio, considerare questioni che richiederebbero modifiche al quadro normativo“.
Da Unicredit a Banco Bpm: cosa succederà?
Mercoledì 26 marzo, la Bce ha ufficializzato il suo parere negativo all’applicazione del Danish Compromise sull’opa di Banco Bpm su Anima, spiegando che il beneficio può essere utilizzato dalle banche che acquistano assicurazioni, ma non da quelle che comprano società di asset management, come Anima. L’interpretazione di Francoforte, sostanzialmente confermata dall’Eba, rende dunque più onerosa l’acquisizione in termini di capitale.
Banco Bpm è ora chiamata a decidere su due importanti questioni. La prima riguarda la presentazione di un possibile ricorso sull’interpretazione data da Bce ed Eba. La seconda invece riguarda il destino dell’opa su Anima. Secondo gli analisti, Piazza Meda deciderà di andare comunque avanti con l’offerta, il cui periodo d’adesione si concluderà il 4 aprile, nonostante i maggiori oneri.
Nel frattempo anche Unicredit farà le sue valutazioni sull’ops lanciata lo scorso autunno su Banco Bpm. Nel corso dell’assemblea che ha approvato l’aumento di capitale funzionale all’offerta, il ceo Andrea Orcel lo ha detto chiaramente: “l’ops deve creare valore o non la faremo”. Mentre sembra definitivamente tramontata l’ipotesi rilancio, la scelta sul possibile sarà fatta solo “una volta conclusa l’offerta di Banco Bpm su Anima, ma andremo avanti solo alle giuste condizioni”, ha rimarcato il manager.