Amazon avrebbe scelto di portare avanti un approccio “ibrido” per il suo algoritmo di intelligenza artificiale. L‘aspetto più interessante è che si tratterebbe di una soluzione economica, capace perciò di insidiare le sempre più numerose IA cinesi, a iniziare da quella di Alibaba (già competitor nell’e-commerce)
Per ora l’unico dato disponibile riguarda
Alexa Plus e il suo forte ritardo nella commercializzazione rispetto alle attese. Basta quello per comprendere come il gigante dell’e-commerce, che pure aveva presidiato con profitto, all’epoca, il settore degli assistenti virtuali, oggi fatichi a mettere il cappello sugli algoritmi smart maggiormente evoluti. Eppure dal gruppo fondato da
Jeff Bezos fanno sapere di essere al lavoro su una Intelligenza artificiale proprietaria che sarà l’esponente di punta della famiglia Nova, le Ai già presentate a fine 2024.
COSA SAPPIAMO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AVANZATA DI AMAZON
Ciò che si sa in merito è piuttosto poco ed è basato sul resoconto fornito a
Business Insider da una persona direttamente coinvolta nel progetto, secondo la quale Amazon avrebbe scelto di portare avanti un approccio definibile come “ragionamento ibrido” che combina risposte rapide e elaborazioni più complesse all’interno di un unico sistema.
UNA IA SIMILE A QUELLA DEI FRATELLI AMODEI?
Non sfugge che una simile intelaiatura sia, almeno su carta, affine a quella che già costituisce l’ossatura di Claude 3.7 Sonnet, l’Intelligenza artificiale della startup dei fratelli italo-americani Amodei
Antrhopic nella quale Amazon ha investito finora circa 7,4 miliardi, avviando collaborazioni strategiche in aree come i chip AI e il cloud computing.
UNA SOLUZIONE LOW COST?
In precedenza Amazon aveva dichiarato che i suoi modelli Nova esistenti sono almeno il 75% più economici rispetto ai modelli di terze parti disponibili tramite la sua piattaforma di sviluppo AI Bedrock.
Resta di capire se ciò vale anche per il suo modello più avanzato, dato che gli algoritmi con capacità di ragionare e dunque prendere parte a conversazioni maggiormente complesse sono allo stato attuale l’ultima frontiera dell’Intelligenza artificiale e richiedono costi altissimi.
LA COMPETIZIONE WASHINGTON – PECHINO
Chi dovesse trovare la chiave di volta utile ad accedere a soluzioni più economiche si assicurerebbe la leadership del settore, motivo per il quale almeno inizialmente la mandarina DeepSeek aveva terrorizzato gli attori occidentali. Ma il vero rivale di Amazon potrebbe essere il colosso cinese Alibaba e non solo nel settore e-commerce dato che ha appena
rilasciato la sua Intelligenza artificiale più agguerrita:
Tongyi Qwen QwQ-32B, sviluppata in open source e incentrata sul miglioramento delle capacità di ragionamento.
Nel sottotesto della presentazione si allude al fatto che sia in grado di competere con la connazionale già spauracchio delle software house occidentali: secondo le informazioni ufficiali riesce a eguagliare le prestazioni di DeepSeek r-1, con soli 32 miliardi di parametri non solo mentre la concorrente asiatica ha 671 miliardi di parametri (di cui 37 miliardi attivati). Inoltre la avrebbe superato anche in alcuni test settoriali. La sfida tra Pechino e Washington, insomma, passerà anche dalle Intelligenze artificiali.