Venezia è un ponte verso il futuro. Resilienza di una città “intelligente“

Una capitale di bellezza ma anche di cultura e tecnologia nella mostra del progetto “Intelligent Venice“

Mag 12, 2025 - 06:49
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Venezia è un ponte verso il futuro. Resilienza di una città “intelligente“

Venezia, la più antica città del futuro: lo slogan colpisce e lancia messaggi nei quali la città lagunare non appare più solo l’affascinante e assaltata capitale turistica, ma un luogo dal quale partire per un discorso diverso riguardo proprio all’innovazione, all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità. Nasce così il progetto “Intelligent Venice“ che propone fino al 23 novembre una mostra alla Tesa dell’Isolotto, nella Darsena Grande dell’Arsenale, voluta dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità per la Biennale di Architettura 2025. La mostra è a cura di Benno Albrecht, Renato Brunetta, Pierpaolo Campostrini e Paolo Costa. Un’esposizione su 600 metri quadrati che include oltre cinquemila immagini d’archivio, più di mille mappe storiche provenienti dalle più autorevoli banche dati, oltre tre ore di proiezioni video, cinque pannelli multimediali interattivi.

Nello squero trecentesco si susseguono cinque “Absidi delle intelligenze“ che offrono un viaggio nella storia e nella gestione della laguna e della città: “Tempo millenario“, “Laguna regolata“, “Natura antropizzata“, “La Venezia della gente“, “Forma urbana“: vi si narra l’evoluzione “intelligente“ della città con la sua laguna – per lungo tempo le sue mura– 1600 anni per una biografia umana, scientifica, culturale, sociale, istituzionale, tecnologica – spiega Renato Brunetta, presidente del Cnel e della Fondazione per la sostenibilità – che racconta "l’intelligenza collettiva di una comunità che si è collocata nei secoli in un ambiente all’apparenza inospitale, una laguna bella finché vuoi ma destinata col tempo alla sconfitta o per interramento o perché il mare la sovrasta, e farne invece una mirabile città e soprattutto mantenerla e cambiarla di secolo in secolo nel suo difficile rapporto con l’ecosistema".

Soprattutto come abbia potuto farlo una "comunità di pescatori fuggiaschi senza archistar o eroi": se Venezia è così lo si deve proprio a questo spirito che ha animato e anima nei secoli la sua gente che si vanta di vivere e prosperare in una "capitale del mondo" sempre più riconosciuta "per la sua bellezza, ma anche per la cultura, la scienza, la tecnologia".

La narrazione visiva di “Intelligent Venice“ fra i cinque elementi è collegata nell’asse centrale della Tesa dal “Venetian Abacus“ un tavolo di trenta metri disegnato da Carlo Scarpa e dedicato agli “ingegni“ dove sono rappresentati gli oggetti, gli strumenti, i meccanismi e le tecnologie con cui i veneziani hanno saputo governare 1600 anni di storia "senza imperatori e papi, da vera repubblica".

E se il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, concorda pienamente sul fatto che l’esposizione è "un’autobiografia di Venezia", Brunetta rimarca alcuni dei valori "intelligenti" e resilienti che questa storia nata sull’acqua e contro ogni logica ha portato ai giorni nostri e che può diventare una via da seguire per tutto il mondo: la creazione del Mose.

"Le paratie che si alzano e si abbassano alle bocche di porto col principio di Archimede e bloccano il mare – dice – sono la più grande opera di ingegneria idraulica mobile della storia dell’umanità. Rendono Venezia la città di mare più sicura al mondo potendo regolare l’innalzamento del medio mare fino a due metri. Abbiamo intenzione come Fondazione Sostenibilità di mettere in piedi assieme alla Biennale un comitato che chieda al mondo intero di sviluppare progetti che a partire all’esperienza veneziana diano una risposta alla sicurezza delle città costiere dove vive una gran parte della popolazione mondiale e dove se scomparissero porti e aeroporti crollerebbe l’economia globale. Venezia può essere l’intelligenza creativa di tutto ciò".

I messaggi di questa esposizione – nella quale una importanza significativa ce l’ha la sezione “Veneziani di oggi e di domani“ – sono molti. Anche culturali, sociali e politici, come stanno a cuore a Brunetta: "Venezia è costruita su centinaia di isole alluvionali di delta di fiume la cui terra è inconsistente. Per reggere sono stati usati pali di sostegno, una foresta a testa in giù. E per collegare le varie isolette ci sono centinaia di ponti, quelli che possono davvero costituire quel collegamento di pace necessario al mondo intero. Per questo dico che Venezia è la più antica città del futuro perché guarda avanti. Con l’intelligenza dei pescatori e dei ‘nobilhomini’".