Tutti i costi della TARI: la classifica italiana della tassa sui rifiuti

Nel Sud la TARI pesa sul reddito il doppio che nel Nord ma la città più cara d'Italia è Pisa, seguita da Brindisi e Trapani: la classifica e analisi UIL.

Feb 17, 2025 - 18:07
 0
Tutti i costi della TARI: la classifica italiana della tassa sui rifiuti

Uno studio realizzato dalla UIL sul costo della TARI, la tassa sui rifiuti, evidenza una sorta di paradosso: nelle zone in cui il servizio di raccolta dei rifiuti funziona di meno ma l’imposta costa di più. Nel Mezzogiorno incide per l’1,34% sul reddito familiare, mentre nelle Regioni del Nord la percentuale è intorno allo 0,7%.

Il costo medio della TARI al Sud è di 388 euro contro i 278 euro della tariffa rifiuti nel Nord-Est, l’area in cui l’imposta risulta più economica. Ma nei singoli capoluoghi di Provincia e Regione si possono sfiorare i 600 euro annui.

TARI: costi medi in Italia

L’indagine realizzata dal sindacato confederale offre sia una classifica per area geografica sia  una classifica per città: nella top ten delle più care ci sono cinque centri urbani del Mezzogiorno, mentre nei capoluoghi più economici uno solo è nel Sud Italia. Restringendo il campo alle sole città metropolitane, sul podio due sole meridionali e una sola settentrionale.

Le città più care e più economiche

La città più cara è Pisa, dove la TARI costa 594,85 euro, seguita da Brindisi e Trapani. Sopra i 500 euro anche Genova e Pistoia. Significa quasi 200 euro in più rispetto alla media nazionale, pari a 337,77 euro. La top ten prosegue con Napoli, Reggio Calabria, Barletta, Siracusa e Asti.

A La Spezia, la città più conveniente sotto questo profilo, la tassa sui rifiuti costa 170,34 euro. Seguono Belluno, Novara, Brescia e Ascoli Piceno, tutte sotto i 200 euro.

Considerando infine solo i capoluoghi di Regione, la TARI è più costosa a Genova, 507,77 euro, seguita da Napoli, Reggio Calabria, Catania e Cagliari.

L’incidenza sul reddito della tassa sui rifiuti

Al Sud la tassa sui rifiuti costa in media 388 euro, che rispetto al reddito familiare significa circa il doppio che nel Settentrione. Il segretario confederale della Uil, Santo Biondo, sottolinea come questo sia «un ennesimo campanello d’allarme per il Mezzogiorno, direttamente connesso alle difficoltà e ai ritardi nell’attuazione del PNRR registrati dalle analisi Svimez, soprattutto in progetti di competenza delle Regioni».

Il piano nazionale di ripresa e resilienza, prosegue, «avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità per colmare il divario infrastrutturale, ma l’assenza di strumenti di supporto tecnico e amministrativo sta rallentando la realizzazione di nuovi impianti di trattamento e riciclo.

Senza questi investimenti, i rifiuti prodotti al Sud continueranno a essere trasportati fuori regione con costi esorbitanti, che si ripercuotono direttamente sulle bollette delle famiglie e sul bilancio degli enti locali».

Le soluzioni proposte: «un piano di assistenza strutturale ai Comuni, con task force tecniche che affianchino le amministrazioni locali nella progettazione e realizzazione degli impianti». Tempi certi e procedure più snelle, «affinché i progetti non restino bloccati tra burocrazia e ritardi amministrativi».