Trump: dal 2 aprile entrano in vigore i dazi sui prodotti agricoli

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che a partire dal 2 aprile verranno introdotti dazi sui prodotti agricoli provenienti da Paesi stranieri. In un post pubblicato su Truth Social, Trump ha scritto: “Ai grandi agricoltori degli Stati Uniti: preparatevi a fornire tanti prodotti da vendere negli Usa”. Il Tycoon ha invitato il settore agricolo americano a incrementare la produzione per soddisfare la domanda interna.

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Il piano di Trump

La mossa è parte di una strategia commerciale che mira a ridurre la dipendenza delle esportazioni agricole straniere e a favorire la produzione nazionale. Il tutto in un contesto di crescente tensione commerciale con alcuni partner internazionali. Il presidente ha ribadito che la misura è volta a sostenere gli agricoltori americani, garantendo loro una domanda maggiore per i loro prodotti. Taiwan Semiconductor Manufacturing, nel frattempo, ha dichiarato di voler investire “almeno 100 miliardi” di dollari negli Stati Uniti.

La scadenza per Canada e Messico

La scadenza per l’imposizione dei dazi su Canada e Messico è fissata per domani. Tuttavia, la situazione rimane “fluida”, come ha dichiarato il segretario del Commercio americano Howard Lutnick. Intervistato da Fox, Lutnick ha sottolineato che martedì verranno definiti i dettagli dei dazi. Ha però lasciato intendere che potrebbe esserci ancora spazio per negoziazioni. “I due Paesi hanno fatto molto per rispondere alle richieste di Trump”, ha aggiunto, suggerendo la possibilità di un rinvio o di dazi inferiori al 25% originariamente minacciato.

Le ripercussioni per il commercio globale

A inizio febbraio, sono entrati in vigore anche i dazi del 10% sulle importazioni cinesi, una mossa che ha suscitato una risposta immediata da parte della Cina, la quale minaccia di introdurre un ulteriore aumento del 10%. Insieme, Canada, Messico e Cina rappresentano oltre il 40% delle importazioni americane, e l’eventuale aumento dei dazi, descritto dal New York Times come “a livelli mai visti dagli anni ’40”, sta generando preoccupazione tra le aziende americane, già preoccupate per le ripercussioni sui costi e sulla competitività.

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