Scala, il dopo Chailly: "Chung direttore musicale. Migliore scelta possibile"
Il sovrintendente Ortombina: "Con lui il teatro sarà sempre più internazionale. E la condivisione di Cda e teatro rispetto al suo nome lascia senza parole".

Il rapporto consolidato con Fortunato Ortombina e il legame altrettanto stretto con orchestra e Filarmonica (di cui dal 2023 è direttore emerito) avevano spinto sin dall’inizio il nome di Myung-Whun Chung in cima alla lista dei candidati forti alla successione di Riccardo Chailly. Più in alto di Daniele Gatti, che, nonostante l’investitura del precedente Cda, è entrato da "papa" nel "conclave" del Piermarini e ne è uscito "cardinale". Il primo gennaio 2027, il direttore d’orchestra e pianista sudcoreano, che lo scorso 22 gennaio ha compiuto 72 anni, assumerà l’incarico di direttore musicale della Scala.
Il termine del mandato, triennale, è stato allineato a quello quinquennale del sovrintendente Ortombina, che scadrà il 18 febbraio 2030 e che, a meno di modifiche del decreto che fissa a 70 anni il limite d’età per i dirigenti degli enti lirici, non potrà essere prorogato (il manager mantovano lo supererà un paio di mesi dopo). Mettendo da parte i discorsi futuribili, l’attualità dice che ieri mattina il sovrintendente, a valle delle "opportune verifiche di contesto nel teatro" (tradotto: confronto con le prime parti dell’ensemble e con la commissione artistica sul gradimento del profilo individuato), ha indicato al Consiglio d’amministrazione il nome di Chung. I membri del Cda hanno dato parere positivo all’unanimità, compresi i due rappresentanti del Governo. "La Scala ha il totale diritto e l’autonomia di scelta, io non intervengo su questo", si è limitato a dire il ministro della Cultura Alessandro Giuli. "Reputiamo che sia una buona cosa decidere un anno e mezzo prima perché le stagioni vanno preparate. In un sistema complesso in cui devi scegliere l’opera, il direttore, il regista, i cantanti vanno preparati con tempo. Pensiamo che sia stato giusto prendere questa decisione oggi (ieri, ndr) – ha commentato dal canto suo il sindaco e presidente della Fondazione Giuseppe Sala –. Il sovrintendente ha proposto questo nome e, al di là del fatto che è un suo diritto e dovere di scegliere il direttore musicale, ha spiegato le ragioni della sua scelta. Non voglio sostituirmi, quello che posso dire è che il Consiglio all’unanimità ha appoggiato la scelta del sovrintendente".
Chung ha una lunga frequentazione con la Scala, dove ha debuttato nel 1989 dirigendo da allora 141 concerti e nove titoli d’opera; il decimo, la Carmen di Georges Bizet allestita dal regista Damiano Michieletto in una co-produzione con la Royal Opera House di Londra e il Real di Madrid, è in calendario nel giugno 2026. Il sudcoreano ha rapporti assidui anche con altre orchestre: è direttore ospite principale della Staatskapelle di Dresda, direttore musicale onorario della Tokyo Philharmonic Orchestra, dell’Orchestre Philharmonique de Radio France di Parigi e della Korean Broadcasting System; e da poco è stato nominato direttore artistico della nuova Busan Opera and Concert Hall in Corea del Sud.
Per Ortombina, quella di Chung "è la migliore scelta che si poteva fare". Una scelta "assolutamente convinta". Del resto, ha aggiunto, "non sono qui per i miei gusti personali: sento il dovere di servire la Scala in progetti di alto livello", con il compito di fare "sintesi" tra le anime del teatro; e "questa è la sintesi migliore che si poteva fare: la condivisione di Cda e teatro rispetto alla designazione lascia senza parole". E ancora: "Con lui il teatro sarà sempre più internazionale. Chung approfondirà il lavoro, soprattutto con i musicisti, per esplorare il repertorio in una proiezione internazionale della Scala", con tournée anche "in continenti non vicini: questo è il progetto intorno a Chung per i prossimi anni".
E Gatti? "Ho chiamato stamattina (ieri, ndr), ma non sono riuscito a parlargli e lo richiamerò. Gli ho scritto un messaggio. Da parte mia mano tesa", ha assicurato Ortombina. Anzi, "da parte mia e del teatro, c’è la speranza forte che continui" con i progetti in calendario e con altri da mettere in cantiere. Nella prossima stagione, a Gatti è affidata una delle opere più attese: Pelléas e Mélisande di Claude Debussy, con la prima regia scaligera di Romeo Castellucci.