Pietro Orlandi: “Grazie a Salmo per aver ricordato mia sorella Emanuela. Papa Leone XIV? Spero sia più coraggioso dei predecessori”

Un ringraziamento pubblico a un artista che ha osato toccare una ferita ancora aperta, e un appello accorato al nuovo Pastore della Chiesa Cattolica. Pietro Orlandi, da 42 anni simbolo della lotta per la verità sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, la cittadina vaticana svanita nel nulla a Roma il 22 giugno 1983 all’età di […] L'articolo Pietro Orlandi: “Grazie a Salmo per aver ricordato mia sorella Emanuela. Papa Leone XIV? Spero sia più coraggioso dei predecessori” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 11, 2025 - 14:58
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Pietro Orlandi: “Grazie a Salmo per aver ricordato mia sorella Emanuela. Papa Leone XIV? Spero sia più coraggioso dei predecessori”

Un ringraziamento pubblico a un artista che ha osato toccare una ferita ancora aperta, e un appello accorato al nuovo Pastore della Chiesa Cattolica. Pietro Orlandi, da 42 anni simbolo della lotta per la verità sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, la cittadina vaticana svanita nel nulla a Roma il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni, torna a far sentire la sua voce. Prima, via social, le parole di apprezzamento per il rapper Salmo, che nel suo nuovo album “Ranch”, uscito ieri, ha inserito un brano intitolato “Il figlio del prete”, esplicitamente ispirato al caso Orlandi. “Grazie a Salmo per il brano ‘Il figlio del prete’“, scrive Pietro Orlandi, citando anche alcuni versi particolarmente forti della canzone: “‘Il figlio del prete’ nasconde la storia che tutti sapete, ha rapito minori venduti alla fede… figlio di un mostro santificato come il Padre Nostro“. Lo stesso Salmo, presentando la traccia, ha spiegato la sua genesi: “Mi sono ispirato al documentario ‘Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi‘ perché mi ha spaventato. Mi ha spaventato la verità che contiene e il fatto che viene taciuta. Allora ho iniziato a immaginare una verità parallela, una storia parallela. Ho iniziato a immaginare che il colpevole del sequestro o dell’omicidio fosse il figlio di un prete“.

Ma è al nuovo Papa, Leone XIV, l’agostiniano americano Francis Robert Prevost, eletto pochi giorni fa, che Pietro Orlandi rivolge le sue speranze più profonde. Intervistato dall’agenzia Adnkronos, lancia “un appello” per un incontro: “Spero di incontrare il Papa”, afferma, sottolineando come sia “necessario per la famiglia, ma anche per i fedeli e la chiesa”. Orlandi racconta di essere stato in Piazza San Pietro con la madre e altri familiari al momento dell’annuncio dell’elezione: “Non conosco personalmente questo Papa, è di origine americana, però è vissuto a Roma quindi deve aver sentito la vicenda di Emanuela”. La sua speranza è chiara: “Questo è il quarto pontificato dalla vicenda di mia sorella e spero che questo Papa sia più coraggioso di quelli che lo hanno preceduto”. L’obiettivo resta immutato: “Verità e giustizia. Sono gli insegnamenti principali di Gesù e spero che questo pontificato sia all’insegna di questi insegnamenti”. Pietro Orlandi ha ascoltato le prime parole di Papa Leone XIV, che ha parlato di una Chiesa “accogliente verso chi soffre”: “Tra loro ci siamo noi”, commenta. Ma precisa: “La vicenda di Emanuela, la scomparsa di una ragazza, non è solo un dolore che appartiene a una famiglia. […] So che dovranno affrontare tanti problemi in Vaticano, però la vicenda di Emanuela non può essere secondaria per tutto quello che c’è intorno”.

Secondo Orlandi, fare chiarezza sulla sorte della sorella sarebbe un bene per la Chiesa stessa: “Mettere in primo piano la verità e la giustizia sarebbe un bene anche per la chiesa e per il nuovo pontificato, sarebbe un fatto apprezzatissimo dalle persone e dai giovani. Se il Papa riuscisse a risolvere la vicenda di Emanuela e a imporsi verso chi conosce la verità farebbe il bene della chiesa”. Nonostante decenni di silenzi e depistaggi, Pietro Orlandi non perde la speranza e guarda al nuovo Pontefice con un cauto ottimismo: “Sono sempre ottimista e a prima vista mi dà fiducia”. Un ennesimo appello, dunque, perché dopo 42 anni si possa finalmente scrivere la parola fine su uno dei misteri più oscuri e dolorosi della storia italiana e vaticana.

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