Parliamo di esposizione ai gas di scarico dei diesel

![CDATA[Un documento INAIL individua la strategia per verificare l’esposizione dei lavoratori ai gas di scarico dei motori diesel (Diesel Engine Exhaust, DEE), classificati come cancerogeni di gruppo 1 e che riguardano mezzi utilizzati ancora largamente in molti settori. Il programma d’azione volontario promosso dalla Commissione Europea, dai Ministeri di diversi Stati membri e da Agenzie Europee come l’Agenzia per le sostanze chimiche, “Roadmap on Carcinogens”, ha stimato che più di 3.6 milioni di lavoratori siano esposti ai DEE, con un aumento del rischio di sviluppare il tumore ai polmoni del 40%. Quale tracciante e quale valore limite di esposizione Vediamo anzitutto cosa dice la normativa riguardo all’esposizione ai gas di scarico dei motori diesel e quali sostanze andare a cercare in una indagine di campionamento. Il Decreto interministeriale dell’11 febbraio 2021 (D.I. 11 febbraio 2021), che recepisce la Direttiva (UE) 2019/130 tratta del rischio di esposizione alle emissioni dei motori diesel, ha inserito i DEE fra gli agenti cancerogeni, stabilendo un valore limite di esposizione professionale inalatoria (VLEP) per i DEE pari a 0.05 mg/m³, espresso come concentrazione aerodispersa di carbonio elementare nelle 8 ore di lavoro. Tale valore limite è già in vigore, ad esclusioni dei lavori sotterranei, per cui diventerà operativo dal 2026. Il limite stabilito dalla normativa ha un carattere operativo, in quanto lo stesso SCOEL (Scientific Committee on Occupational Exposure Limits) ha affermato che al momento non sia possibile stabilire una soglia critica oltre la quale ci siano effetti sulla salute. La Direttiva tiene in considerazione anche il parere della IARC (International Agency for Research on Cancer) che suggerisce di utilizzare il carbonio elementare come indicatore di esposizione delle emissioni di diesel, essendo un tracciante in fase particellare di cui studi epidemiologici e tossicologici confermano un impatto sull’incidenza di tumori polmonari. Secondo i dati al momento a disposizione, il VLEP stabilito con il decreto del 2021 comporta un aumento del rischio di cancro polmonare in 268 lavoratori su 10000, numero che diminuisce progressivamente riducendo il valore limite di esposizione: attualmente nei Paesi Bassi il limite è 0.001 mg/m³ ed è realistico pensare che in futuro il valore venga abbassato in tutta la Comunità Europea. Quindi, nell’effettuare i campionamenti dovremo andare a ricercare la parte solida, sottoforma di particelle, contenuta nelle emissioni (Particular Matter, PM), indipendentemente dalla dimensione, andando a ricercare nelle analisi il carbonio elementare. Per riuscire a captare quantitativi pari a valori limite bassi è necessario considerare tempi di campionamento sufficientemente lunghi e un volume di aria adeguato: ad esempio, nel metodo NIOSH 5040, sotto il valore di 0.002 mg/m³ bisogna campionare almeno 1 m³ di aria in un tempo elevato. Indicazioni operative Il primo passo è verificare che non si superino i VLEP: in caso di superamento, si rischia l’interruzione dell’attività lavorativa. Qualora si registrino valori anche vicini al limite, è necessario mettere subito in atto azioni per ridurre le concentrazioni. Per determinare i lavoratori esposti generalmente si confrontano i valori di esposizione della popolazione con quelli dall’attività lavorativa. Tuttavia, non esistono valori guida per la tutela della salute pubblica, come avviene invece per altri inquinanti. È possibile, dunque confrontare, nello stesso arco temporale di misurazione, le concentrazioni presenti negli ambienti di lavoro con quelle registrate all’esterno. Una volta accertato che vi sia una sorgente di DEE di origine lavorativa, andranno adottate tutte le misure di prevenzione e protezione previste per l’esposizione a cancerogeni ai sensi del Titolo IX, Capo II del d.lgs. 81/2008 e s.m.i., quali: la misurazione periodica dell’esposizione; la sorveglianza sanitaria; l’iscrizione nel registro degli esposti. Il documento INAIL ribadisce che queste azioni andranno portate avanti a prescindere dai livelli di concentrazione di esposizione ai DEE. Per ridurre le concentrazioni di DEE, è possibile: sostituire i mezzi con motore diesel con mezzi, ad esempio, a motore elettrico; inserire impianti di ventilazione forzata, come estrattori, e prevederne un’adeguata manutenzione. ]]

Mar 6, 2025 - 00:26
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Parliamo di esposizione ai gas di scarico dei diesel
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Un documento INAIL individua la strategia per verificare l’esposizione dei lavoratori ai gas di scarico dei motori diesel (Diesel Engine Exhaust, DEE), classificati come cancerogeni di gruppo 1 e che riguardano mezzi utilizzati ancora largamente in molti settori. Il programma d’azione volontario promosso dalla Commissione Europea, dai Ministeri di diversi Stati membri e da Agenzie Europee come l’Agenzia per le sostanze chimiche, “Roadmap on Carcinogens”, ha stimato che più di 3.6 milioni di lavoratori siano esposti ai DEE, con un aumento del rischio di sviluppare il tumore ai polmoni del 40%.

Quale tracciante e quale valore limite di esposizione

Vediamo anzitutto cosa dice la normativa riguardo all’esposizione ai gas di scarico dei motori diesel e quali sostanze andare a cercare in una indagine di campionamento.

Il Decreto interministeriale dell’11 febbraio 2021 (D.I. 11 febbraio 2021), che recepisce la Direttiva (UE) 2019/130 tratta del rischio di esposizione alle emissioni dei motori diesel, ha inserito i DEE fra gli agenti cancerogeni, stabilendo un valore limite di esposizione professionale inalatoria (VLEP) per i DEE pari a 0.05 mg/m³, espresso come concentrazione aerodispersa di carbonio elementare nelle 8 ore di lavoro. Tale valore limite è già in vigore, ad esclusioni dei lavori sotterranei, per cui diventerà operativo dal 2026.

Il limite stabilito dalla normativa ha un carattere operativo, in quanto lo stesso SCOEL (Scientific Committee on Occupational Exposure Limits) ha affermato che al momento non sia possibile stabilire una soglia critica oltre la quale ci siano effetti sulla salute. La Direttiva tiene in considerazione anche il parere della IARC (International Agency for Research on Cancer) che suggerisce di utilizzare il carbonio elementare come indicatore di esposizione delle emissioni di diesel, essendo un tracciante in fase particellare di cui studi epidemiologici e tossicologici confermano un impatto sull’incidenza di tumori polmonari.

Secondo i dati al momento a disposizione, il VLEP stabilito con il decreto del 2021 comporta un aumento del rischio di cancro polmonare in 268 lavoratori su 10000, numero che diminuisce progressivamente riducendo il valore limite di esposizione: attualmente nei Paesi Bassi il limite è 0.001 mg/m³ ed è realistico pensare che in futuro il valore venga abbassato in tutta la Comunità Europea.

Quindi, nell’effettuare i campionamenti dovremo andare a ricercare la parte solida, sottoforma di particelle, contenuta nelle emissioni (Particular Matter, PM), indipendentemente dalla dimensione, andando a ricercare nelle analisi il carbonio elementare. Per riuscire a captare quantitativi pari a valori limite bassi è necessario considerare tempi di campionamento sufficientemente lunghi e un volume di aria adeguato: ad esempio, nel metodo NIOSH 5040, sotto il valore di 0.002 mg/m³ bisogna campionare almeno 1 m³ di aria in un tempo elevato.

Indicazioni operative

Il primo passo è verificare che non si superino i VLEP: in caso di superamento, si rischia l’interruzione dell’attività lavorativa. Qualora si registrino valori anche vicini al limite, è necessario mettere subito in atto azioni per ridurre le concentrazioni.

Per determinare i lavoratori esposti generalmente si confrontano i valori di esposizione della popolazione con quelli dall’attività lavorativa. Tuttavia, non esistono valori guida per la tutela della salute pubblica, come avviene invece per altri inquinanti.

È possibile, dunque confrontare, nello stesso arco temporale di misurazione, le concentrazioni presenti negli ambienti di lavoro con quelle registrate all’esterno.

Una volta accertato che vi sia una sorgente di DEE di origine lavorativa, andranno adottate tutte le misure di prevenzione e protezione previste per l’esposizione a cancerogeni ai sensi del Titolo IX, Capo II del d.lgs. 81/2008 e s.m.i., quali:

  • la misurazione periodica dell’esposizione;
  • la sorveglianza sanitaria;
  • l’iscrizione nel registro degli esposti.

Il documento INAIL ribadisce che queste azioni andranno portate avanti a prescindere dai livelli di concentrazione di esposizione ai DEE.

Per ridurre le concentrazioni di DEE, è possibile:

  • sostituire i mezzi con motore diesel con mezzi, ad esempio, a motore elettrico;
  • inserire impianti di ventilazione forzata, come estrattori, e prevederne un’adeguata manutenzione.
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