Morti sul lavoro: "Dalla premier solo parole, noi aspettiamo i fatti"
La dem Gribaudo: presto una procura nazionale per gli infortuni "Ma il primo male è la carenza di una cultura diffusa della sicurezza".

Onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro. In Italia ogni giorno muoiono due lavoratori. Il suo parere?
"La penso come il presidente Mattarella, quando andammo a Brandizzo dopo il tragico incidente in cui morirono 5 operai: "Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza civile".
La premier ha incontrato i sindacati sul tema, e il segretario Cgil Landini si è detto soddisfatto. Condivide l’entusiasmo?
"Prima di giudicare bisogna vedere i fatti, perché ad oggi le azioni rivendicate da Meloni, ovvero le assunzioni del personale, sono state fatte grazie agli emendamenti Pd. All’incontro sono state dette molte parole, servono azioni concrete, condivise da sindacati, datori di lavoro, istituzioni nazionali e regionali. Serve una vera sterzata, una corresponsabilità che parta dai datori di lavoro fino all’ultimo anello della catena. La sicurezza sul lavoro non può essere un onere burocratico".
Sul tema il governo ha stanziato 1,2 miliardi.
"Le risorse derivano dagli avanzi Inail e sono in parte vincolate a formazione e bandi Isi. Le userei per assunzioni di personale, per redistribuirlo meglio alle regioni e per fare bandi anche accessibili alle pmi. Bisogna poi inserire il badge obbligatorio nei cantieri ed accorciare la catena dei subappalti a cascata, incentiviamo il lavoro di qualità ed una vera, adeguata formazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici. E poi insisto, serve una procura nazionale sugli infortuni e un fondo per il gratuito patrocinio per le vittime e i familiari".
Meloni però ha detto di voler rivedere le regole sui subappalti. È un buon inizio?
"Nel sistema dei subappalti si annidano le peggiori forme di sfruttamento e, di conseguenza, una maggiore incidenza di infortuni. Lo chiediamo da un anno, bene se si interviene, aspettiamo di leggere le proposte, non vorrei fosse come per la patente a crediti che tutti volevamo ma da quando è arrivata non è cambiato niente. Se vuole discuterne noi ci siamo".
A proposito di patente a crediti: Durigon ha parlato di 22mila ispezioni nei cantieri.
"Non è sufficiente. Quelle 22mila ispezioni, di cui solo 12mila – e cito – riguardano salute e sicurezza, su 436mila patenti, sono davvero poca cosa. Il Governo utilizza i numeri a piacimento per distorcere la realtà. Il vero numero è zero, come zero sono le patenti revocate da quando è entrata in vigore la nuova legge dopo il tragico incidente dell’Esselunga di Firenze. A dimostrazione che non basta annunciare o fare norme da titolo, van fatte bene, o non servono".
Quali sono i mali della sicurezza sul lavoro in Italia?
"Il primo male è la carenza di cultura della sicurezza, che si costruisce con la formazione, soprattutto dei datori di lavoro. Bisogna capire tutti che la sicurezza non è derogabile, né per il profitto, né per scadenze, né per la consuetudine, né per burocrazia".
Di lavoro parlano anche i referendum. Lei voterà e come?
"Voterò Sì, convintamente, su cittadinanza e sulla responsabilità del committente negli appalti proprio per il tema sicurezza sul lavoro, e anche sugli altri. Tuttavia oggi bisogna costruire un nuovo patto per il lavoro, che metta al centro dignità, diritti e sicurezza. Partiamo da qui".