Mimì, vittima di odio. Maledette malelingue

Massi Quando Ivan Graziani canta a Sanremo Maledette malelingue (1994), non pensa a lei. Anche se all’Ariston la sua esclusione fece...

Mag 13, 2025 - 05:46
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Mimì, vittima di odio. Maledette malelingue

Massi

Quando Ivan Graziani canta a Sanremo Maledette malelingue (1994), non pensa a lei. Anche se all’Ariston la sua esclusione fece gridare allo scandalo. Ma ora a trent’anni dalla morte di Mia Martini – cui è stato dedicato perché sarebbe stato un ulteriore sfregio non farlo il premio della critica del Festival – è impossibile non pensare a come le dicerie abbiano pesato sulla vita e sulla morte di Domenica Bertè. Si chiamava così, anche se per tutti era Mia. Perché era davvero solo Mia. La macabra ultima immagine delle sue dita che si allungano per cercare il telefono e chiamare aiuto, raccontano come sia morta sola. Ieri Gian Marco Mazzi, sottosegretario alla Cultura, ha detto: "È stata vittima di odio umano". In quella stagione non era di moda parlare degli haters. Come ora. Ma non è che non ci fossero, solo che non avevano a disposizione i social per diffondere più velocemente malvagità e offese. Ma certe parole, certe maldicenze fanno così male, che si conficcano per sempre nel corpo e nella testa di una persona. Mia Martini non portava jella, sfortuna o sfiga. Aveva una voce meravigliosa invece. Almeno lei nell’Universo. E sappiamo, forse solo ora, quanto ci siamo persi senza di lei.