Leonardo alza i target di crescita «Un partner per Aerostrutture»

Un programma di efficientamento che prevede 1,8 miliardi di risparmi al 2029 (di cui 191 milioni già conseguiti nel 2024). Un ulteriore sforzo sulla digitalizzazione, su cui l’ad Roberto Cingolani ha impresso una decisa accelerazione. E la ricerca, dopo le alleanze messe a segno negli ultimi mesi, di nuove partnership strategiche, a partire dal dossier […] L'articolo Leonardo alza i target di crescita «Un partner per Aerostrutture» proviene da Iusletter.

Mar 12, 2025 - 19:10
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Leonardo alza i target di crescita «Un partner per Aerostrutture»

Un programma di efficientamento che prevede 1,8 miliardi di risparmi al 2029 (di cui 191 milioni già conseguiti nel 2024). Un ulteriore sforzo sulla digitalizzazione, su cui l’ad Roberto Cingolani ha impresso una decisa accelerazione. E la ricerca, dopo le alleanze messe a segno negli ultimi mesi, di nuove partnership strategiche, a partire dal dossier Aerostrutture. Che, ha detto il ceo, «è la priorità top nell’agenda» e per il quale l’obiettivo è quello di fornire, entro fine anno, «una chiara visione per la definitiva soluzione». Ergo: trovare un alleato che sostenga una crescita di lungo periodo (il ritorno al breakeven per l’Ebita è fissato entro fine 2028) e che vada incontro anche alle richieste di Fim, Uilm e Fiom. Compatti ieri nel chiedere, dopo la riunione dell’Osservatorio strategico, che la divisione resti nel perimetro del gruppo.

Sono questi i tre pilastri al centro dell’aggiornamento del piano industriale di Leonardo presentato ieri da Cingolani che ha voluto innanzitutto rassicurare il mercato sulla volontà di individuare un partner all’altezza per Aerostrutture – si è parlato dell’interessamento di un fondo sovrano con cui però, hanno chiarito anche i sindacati, a oggi non è stato sottoscritto alcun accordo -, nonché di lavorare a un potenziamento del business su nuovi mercati superando così il grave affanno della divisione, impattata anche dalle criticità di Boeing con cui, ha assicurato la cfo Alessandra Genco, «abbiamo una relazione solida e un costante dialogo».

La soluzione non è semplice, ma Cingolani è deciso a trovare una quadra. Convinto che anche Aerostrutture possa giocare la sua partita nel nuovo scenario competitivo in cui «nessuno può farcela da solo» e in cui il concetto di difesa tradizionale è stato superato da quello di sicurezza globale, al servizio della quale ci sarà anche il nuovo piano ReArmEurope, per cui Leonardo ha creato un team ad hoc chiamato a studiare ricadute e opportunità. Perché è chiaro che il contesto su cui si muove il gruppo è profondamente cambiato. L’ad l’ha capito anzitempo e, non a caso, ha spostato la macchina anche su nuove sfide, dallo spazio all’hypercomputing, passando per le alleanze cruciali con partner strategici (dall’asse con Rheinmetall, che promette di assicurare un 1 miliardo di euro di ricavi nell’arco di piano, all’intesa con la turca Baykar, da dove arriverà una spinta che vale 600 milioni di euro al 2029). Tutte iniziative che, insieme al programma per la nuova generazione di caccia (Gcap), contribuiranno a sostenere i numeri del gruppo con 5,4 miliardi di euro di ordini cumulati su un complessivo di 118 miliardi (di cui 26,2 miliardi nel 2029) e 3,1 miliardi di ricavi cumulati su un’asticella totale di 106 miliardi (24 miliardi a fine piano). Due grandezze che correranno nell’arco di piano a grande velocità, come pure l’Ebita (atteso a 2,83 miliardi al 2029) e il free cash flow (1,53 miliardi a fine piano). L’aumento è evidente anche rispetto alla guidance 2025 annunciata ieri dal gruppo, insieme a un dividendo raddoppiato (0,52 euro a fronte degli 0,28 del 2024), e che fissa ancora più in alto i target con ordini stimati a circa 21 miliardi (a fronte dei 20,9 miliardi con cui si è chiuso il 2024), ricavi per 18,6 miliardi (17,8 miliardi lo scorso anno), Ebita a 1,66 miliardi (1,52 miliardi a fine 2024) e Focf a 870 milioni (826 milioni lo scorso anno). Mentre sul debito la strada sarà quella di un netto calo per passare dagli 1,8 miliardi del 2024 a circa 1,6 miliardi alla fine del 2025.

La rotta tratteggiata dall’ad sembra, quindi, molto chiara. E ha consentito al gruppo, per dirla con le parole dello stesso Cingolani, «di sbloccare il potenziale di crescita organica del business oltre ogni aspettativa». Ma anche di andare a posizionarsi su segmenti molto promettenti, come quello dei satelliti. Dove Leonardo punta a lanciare una nuova constellazione di 18 satelliti militari (con un budget stimato in circa 900 milioni, di cui 500 milioni già allocati dal ministero della Difesa) e 20 civili che richiederanno «circa 450 milioni di euro in tre anni». Un progetto che coinvolgerà le partnership con Thales e con cui Leonardo intende intercettare anche le opportunità di questo mercato. Lungo una traiettoria di crescita che ruoterà attorno alle tecnologie multidominio e interoperabili e che vedrà il gruppo destreggiarsi in uno scenario sempre più allargato e competitivo.

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