La bambina con la valigia: la storia vera del film su Rai 1

La bambina con la valigia: la storia vera del film su Rai 1, trama, Egea Haffner, Foibe Il film La bambina con la valigia racconta la storia vera di Egea Haffner. Simbolo della tragedia dell’esodo istriano-dalmata, nasce a Pola il 3 ottobre 1941 da Kurt Haffner ed Ersilia Camenaro. Orfana di padre ed esule, abbandona […]

Feb 10, 2025 - 20:22
 0
La bambina con la valigia: la storia vera del film su Rai 1

La bambina con la valigia: la storia vera del film su Rai 1, trama, Egea Haffner, Foibe

Il film La bambina con la valigia racconta la storia vera di Egea Haffner. Simbolo della tragedia dell’esodo istriano-dalmata, nasce a Pola il 3 ottobre 1941 da Kurt Haffner ed Ersilia Camenaro. Orfana di padre ed esule, abbandona Pola nel luglio 1946 per raggiungere Cagliari insieme alla madre. Nel 1947 è affidata alla nonna e agli zii paterni che si erano stabiliti a Bolzano. Oggi vive con il marito Giovanni a Rovereto, circondata dall’affetto delle due figlie e delle sei amatissime nipoti. Appuntamento questa sera, 10 febbraio 2025, su Rai 1, in prima visione assoluta con il film La bambina con la valigia, in onda alle ore 21.30 nel giorno del ricordo, in memoria delle Vittime delle foibe, dell’Esodo Istriano, Fiumano, Giuliano e Dalmata.

Trama

Vediamo la trama del film La bambina con la valigia, che racconta la storia vera di Egea Haffner. Nella memoria di Egea si riflette il dramma di tutti quelli costretti a lasciare la propria casa: è l’inverno del 1944 e i bombardamenti si susseguono sulla città di Pola e sul porto, obiettivo militare importante, strategico per la difesa dell’Italia del nordest, di cui la Venezia Giulia e l’Istria fanno parte.

La vita della piccola Egea Haffner, a parte le occasionali fughe nel rifugio, prosegue come in una favola: c’è la villa dei nonni paterni, gli Haffner, e la gioielleria in centro dove lavora suo padre Kurt. Nella primavera del 1945 la guerra finisce e le cose sembrano cambiare in meglio. Nell’Istria a prevalere sono i cosiddetti “Titini”, l’esercito messo insieme dal maresciallo Tito, che occupa tutta la regione giuliana, fino ad allora parte dell’Italia fascista. Una notte che doveva essere di festa si trasforma però nell’inizio di un dolore fortissimo per la piccola Egea. Qualcuno bussa forte alla porta di casa. Sono due uomini in una divisa, due Titini, e sono venuti a cercare Kurt: “Solo una formalità, un controllo”, dicono. Kurt li segue con un sorriso rassicurante per la moglie e la figlia, ma in quella casa non tornerà più.

La voce su che fine abbia fatto il papà di Egea si diffonde nei giorni successivi a Pola: potrebbe essere una delle vittime cadute nelle Foibe, spaventose voragini carsiche che cominciano a tormentare i sogni della bambina. È solo l’inizio: in seguito alle numerose aggressioni nei confronti degli italiani considerati fascisti, Egea è costretta a lasciare la sua terra e ad affrontare un futuro incerto a Bolzano, accudita dalla nonna Maria e dalla zia Ilse, che l’ama come una figlia. La sua vera mamma, Ersilia, sceglie invece di trasferirsi in Sardegna per aprire un negozio di parrucchiera ed emanciparsi dalla famiglia Haffner, dalla quale non si è mai sentita accettata. A Bolzano Egea crescerà, scoprendo sulla propria pelle il dramma dello sradicamento, dell’esodo che accomunò più di 250 mila persone delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, costrette a lasciare la propria casa e a ricostruire un nuovo futuro.