Inflazione: per proteggersi c’è di meglio dell’oro
In un contesto di incertezza e volatilità come quello attuale, l’oro ha assunto sempre più il ruolo di diversificatore del portafoglio. A fronte di un’inflazione elevata, dazi generalizzati e tensioni geopolitiche, l’oro ha già riportato un aumento dei prezzi del +11,9% (alla fine della scorsa settimana). “Tuttavia, sebbene gli investitori considerino l’oro come miglior copertura... Leggi tutto

In un contesto di incertezza e volatilità come quello attuale, l’oro ha assunto sempre più il ruolo di diversificatore del portafoglio. A fronte di un’inflazione elevata, dazi generalizzati e tensioni geopolitiche, l’oro ha già riportato un aumento dei prezzi del +11,9% (alla fine della scorsa settimana).
“Tuttavia, sebbene gli investitori considerino l’oro come miglior copertura contro l’inflazione, a nostro avviso riteniamo più interessanti su questo fronte gli asset reali che generano reddito“. Ad affermarlo è Saira Malik, Head of Equity and Fixed Income, Chief Investment Officer di Nuveen, che di seguito spiega la view.
“Quando l’inflazione è elevata, un portafoglio con asset reali – in particolare immobili, infrastrutture e terreni agricoli (per l’esposizione alle materie prime) – ha storicamente sovraperformato un tipico portafoglio 60/40 tra obbligazionario e azionario, con una minore volatilità“, fa notare Malik.
Il mercato immobiliare sta attualmente affrontando una situazione di contrazione dell’offerta, in quanto l’aumento dei costi ha determinato una riduzione delle nuove costruzioni. Negli Stati Uniti, ad esempio, erano circa 10 anni che non si registravano così poche nuove costruzioni di appartamenti ed edifici industriali come oggi. Anche i livelli di costruzione nei segmenti degli uffici e del commercio al dettaglio sono ai minimi storici. “Per gli investitori nel real estate, la scarsità dell’offerta può essere di supporto per la crescita degli affitti (generando più reddito) e può portare a un aumento dei valori degli immobili”, sostiene l’esperta di Nuveen.
In generale, le società di infrastrutture beneficiano di una domanda anelastica per i servizi primari che offrono. Questo ha reso l’asset class un efficace strumento di protezione contro l’inflazione, in grado di resistere all’aumento dei prezzi grazie alle clausole di adeguamento all’incremento dei prezzi incluse nei contratti sottostanti. Un esempio interessante è quello del settore energetico. “Nonostante i prezzi del petrolio possano essere soggetti a un tetto massimo, dato che l’agenda del presidente Trump, favorevole alle trivellazioni, comporta la creazione di un’offerta più ampia, detenere asset infrastrutturali legati alla generazione e alla distribuzione di energia può essere interessante. Inoltre, l’accelerazione delle spese in conto capitale per la generazione di energia attraverso le fonti rinnovabili, il gas e l’energia nucleare, insieme ai potenziamenti della rete elettrica – tutti necessari per soddisfare una crescita senza precedenti della domanda – sarà un tratto distintivo del futuro panorama energetico statunitense”, afferma Malik.
Oltre al petrolio, molte altre commodity, come i prodotti alimentari e le materie prime, sono componenti della misurazione dell’inflazione. “Con l’aumento dei loro prezzi, aumentano anche i ricavi e i rendimenti di cassa degli asset reali che producono queste commodity. Aree come i terreni agricoli e quelli boschivi tendono a essere meno influenzate dai fattori che causano le oscillazioni quotidiane dei mercati azionari e obbligazionari, offrendo una potenziale fonte di diversificazione del portafoglio e interessanti opportunità di reddito. Ciò li rende particolarmente degni di considerazione in un contesto in cui il percorso verso un’inflazione del 2% rimane sfidante”, conclude Malik.