Il primo progetto italiano di teleriscaldamento coi data center
In Italia è attivo il primo progetto di recupero del calore generato dai data center per il teleriscaldamento. Tim e Getec, azienda leader in Europa per la fornitura di servizi di efficientamento energetico ed energia rinnovabile, hanno annunciato di aver avviato un’iniziativa a Rozzano (Milano) per riscaldare oltre 5mila abitazioni nel quartiere Aler evitando l’emissione […] The post Il primo progetto italiano di teleriscaldamento coi data center first appeared on QualEnergia.it.

In Italia è attivo il primo progetto di recupero del calore generato dai data center per il teleriscaldamento.
Tim e Getec, azienda leader in Europa per la fornitura di servizi di efficientamento energetico ed energia rinnovabile, hanno annunciato di aver avviato un’iniziativa a Rozzano (Milano) per riscaldare oltre 5mila abitazioni nel quartiere Aler evitando l’emissione di 3.500 tonnellate di CO2.
Come funziona il sistema
Nello specifico, l’energia termica generata dal Data Center di Tim Enterprise viene catturata e reindirizzata, attraverso l’uso di scambiatori e pompe di calore, sotto forma di acqua riscaldata alla rete di teleriscaldamento locale di Getec, che con un sistema di tubi interrati arriva fino agli edifici serviti.
Il calore distribuito lungo la rete viene poi fornito ai residenti per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
“Rozzano è il primo comune in Italia a utilizzare una fonte energetica innovativa per il teleriscaldamento – afferma Maria Laura Guido, vicesindaca di Rozzano – Utilizzare il calore che altrimenti verrebbe disperso rappresenta una scelta utile e responsabile”.
La partnership prevede anche l’adozione di soluzioni che permettono di garantire una maggiore flessibilità nella produzione termica e frigorifera sia per gli impianti di Tim, sia per la rete di teleriscaldamento di Rozzano.
Attraverso l’uso di tecnologie digitali innovative è possibile ottimizzare il funzionamento degli impianti, migliorando l’efficienza e consentendo una gestione più dinamica, adattabile alle variazioni di domanda energetica.
“Questo approccio – spiega Tim in una nota – consente un controllo preciso e in tempo reale delle risorse energetiche, massimizzando le performance, riducendo ulteriormente gli sprechi e quindi aumentando i benefici per i cittadini”.
Un nuovo uso dei data center
I data center sono in costante espansione, faranno crescere in futuro la domanda elettrica ma, con la giusta regolamentazione, possono anche diventare alleati della transizione energetica. In Italia ad oggi ci sono 500 MW di data center operativi, che già consumano 5 mld di kWh.
Il presidente del Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano (Cesi) Guido Bortoni, parlando durante un convegno organizzato lo scorso 29 gennaio a Milano dalla società di consulenza Key To Energy, ha spiegato che “nei Paesi nordici ci sono già applicazioni affinché i data center possano contribuire in particolare con il teleriscaldamento”.
Una struttura da 500 MW “potrebbe generare 1 TWh di calore in sei mesi – ha spiegato – in grado di alimentare 50 mila appartamenti e risparmiare 50 milioni di metri cubi di gas”.
Ma ad oggi i data center in Italia sono ancora poco regolamentati. Questo fa sì ad esempio che questi sistemi non abbiano avuto fino al 2024 un codice Ateco, condizione che li ha esclusi dalla disciplina dell’Energy Release.
L’esempio inglese
Il governo britannico punta molto sullo sfruttamento del calore di scarto dei data center. A Londra, grazie a un finanziamento di 36 milioni di sterline del Green Heat Network Fund (pari a circa 41 milioni di euro) verrà sviluppato il progetto Old Oak and Park Royal, che prevede la creazione nei quartieri di Hammersmith e Fulham, nella zona ovest di Londra, di una nuova rete di teleriscaldamento sostenibile collegata a un centro elaborazione dati.
Una volta in funzione, il progetto Old Park Royal consentirà di recuperare, dal 2026 al 2040, l’equivalente di 95 GWh di calore di scarto a temperature comprese tra 20°C e 35°C, per soddisfare il bisogno termico di 10mila abitazioni e di 250mila metri quadrati di aree commerciali.
Downing Street ha da tempo stanziato inoltre altri finanziamenti per diffondere in tutto il Paese un sistema di teleriscaldamento di questo tipo, che apporterà anche “vantaggi economici significativi anche sulle bollette dei cittadini”. Attualmente sta sostenendo 11 nuovi progetti di teleriscaldamento già avviati.The post Il primo progetto italiano di teleriscaldamento coi data center first appeared on QualEnergia.it.