Il posto delle donne nell’editoria: resistere per esistere
Presenti in tutta la filiera editoriale ma non agli apici: nel panorama editoriale, nonostante i passi avanti, le donne sono marginalizzate. The post Il posto delle donne nell’editoria: resistere per esistere appeared first on The Wom.


I dati più recenti sul ruolo femminile nel mercato del libro vengono dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e dalle indagini di Pepe Research: quello che emerge racconta di un mondo editoriale che è portato avanti dalle donne. Ma ancora troppo spesso sono relegate ai ruoli “di cura” della filiera, quali editor, traduttrici, redattrici, lettrici professioniste. La loro presenza diminuisce quando ci si avvicina agli apici dirigenziali: il 22,3% di questi sono donne (tra CEO, presidenti, amministratori delegati e direttori generali) contro il 77,7% di uomini nelle stesse posizioni. Nel 2010 la percentuale femminile si arrestava al 16,6%.
Donne nell’editoria, in tutta la filiera ma marginali
La giornalista e scrittrice Annalena Benini, dallo scorso anno e fino al 2026, è la direttrice del Salone del Libro di Torino: è la prima donna a guidare la manifestazione, un riferimento per il panorama editoriale italiano che, tuttavia, esclude le donne dai ruoli strategici.
Raggiungono livelli apicali solo il 22,3% delle occupate contro il 77,7% dei maschi pur in presenza di un trend occupazionale femminile in crescita (Osservatorio su donne e uomini nell’editoria 2018)
Nelle associazioni di settore non va meglio. Come riporta Gorgani in un’analisi della composizione dell’AIE, dal 1967 al 1975 non ci sono donne nel Consiglio dell’Associazione. I quaranta eletti sono tutti uomini. Nel 1977 appare una donna, Paola De Paoli, a rappresentare i periodici scientifici. Lei sola su trentasei eletti. Tra il 1977 e il 1991 arriva Inge Feltrinelli, eletta per più mandati, a presidiare la presenza femminile. Nelle elezioni del 1993 le donne sono tre su trentatré delegati eletti. Una delle tre donne è Giancarla Mursia che nel 1995 diventerà Presidente, per un unico mandato. Le donne nel suo mandato sono cinque su trentasei. Ma nelle elezioni del 1997 la componente femminile è azzerata. Trentasei delegati, trentasei uomini. Nel 1999 c’è una sola donna, Renata Gorgani. Due donne nel mandato del 2001, quattro nel 2003, soltanto tre nel 2005 e nel 2007, e poi una infilata di record: sei nel 2009, sette nel 2011, nove nel 2013, e ben dieci nel 2016. Dieci su quarantuno, si sfiora il 25%.
Mancato potere, mancato riconoscimento della scrittura femminile
Nonostante si pubblichino molte donne (secondo i dati dell’Osservatorio su donne e uomini nell’editoria nel 2018 le autrici rappresentavano il 38,3% del totale degli scrittori nel nostro Paese, nel 2005 erano il 29,7%) non si riconoscono alle loro opere la stessa importanza che viene riconosciuta a quelle scritte dagli uomini.
Secondo i dati dell’Osservatorio su donne e uomini nell’editoria (2018) le scrittrici recensite sono il 24% in meno degli scrittori e le giornaliste culturali scrivono il 30% in meno dei colleghi
In particolare, sul totale delle recensioni, sono 64 le autrici recensite (il 38%) contro 107 autori (62%), e le firme sono per il 35% femminili e per il 65% maschili.
Le donne vengono recensite principalmente da altre donne ma solo nel 57,6% dei casi. Mentre gli autori vengono recensiti nel 79% dei casi da altri uomini
Quando si parla di premi, il divario diventa lampante. Dalla prima edizione del Premio Strega nel 1947 al 2024, tredici donne hanno vinto il Premio: la prima, nel 1957, è stata Elsa Morante, seguita da Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Fausta Cialente, Maria Bellonci, Mariateresa Di Lascia, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco, Helena Janeczek, Ada D’Adamo e Donatella Di Pietrantonio.
Anche nei programmi accademici, le scrittrici non sono presenti come gli uomini. Come emerge dai raccolti da Marianna Orsi nel saggio Fading Away: Women disappearing from literature textbooks (in Female Cultural Production in Modern Italy, a cura di Sharon Hecker e Catherine Ramsey-Portolano), il 91% dei programmi universitari di letteratura italiana è composto da autori.
Feminism8, torna a Roma la fiera dell’editoria delle donne
Resistere ed esistere nel segno della differenza: in un panorama editoriale che non è neutro rispetto al potere delle donne, La Casa Internazionale delle Donne di Trastevere si prepara ad accogliere Feminism 8. La fiera dell’editoria delle donne che tornerà a Roma dal 28 febbraio al 3 marzo è nata dalla visione di un gruppo di donne, Anna Maria Crispino, Giovanna Olivieri, Maria Palazzesi, Stefania Vulterini e Maria Vittoria Vittori. E, anche quest’anno, sarà l’occasione per esplorare le diverse voci e prospettive che animano il mondo della scrittura femminile.
Letteratura e attualità saranno le protagoniste della quattro giorni dell’editoria delle donne che darà spazio a dibattiti dialogici e presentazioni di opere di saggistica, narrativa, poesia
Come sottolineano le organizzatrici di Feminism8, se questo che si è appena aperto è il Giubileo della speranza, vale certamente la pena ricordare le parole di Marìa Zambrano che, nel saggio I beati, definisce la speranza come «un ponte tra l’indifferenza che confina con l’annichilimento della persona umana e la piena attualizzazione della sua finalità».
Nel segno di questa suggestione il titolo di Feminism8 è Pratiche politiche di vite interiori. Si tratta, quindi, di una rivisitazione laica, militante e in una prospettiva di genere del richiamo alla spiritualità e all’umanesimo cui il Giubileo sprona in ottica religiosa. «Troppo spesso silenziata dalla conflittualità o dall’indifferenza, troppe volte riassorbita nelle religioni confessionali, la vita interiore si declina in molteplici sfumature e diramazioni, dalla fede alla meditazione, all’ autocoscienza, alla militanza, sfuggendo perciò a ogni riduttiva catalogazione» dicono da Feminism.
Il programma si articola in sei intensi dialoghi che spaziano dalla spiritualità all’informazione, dalle dinamiche del corpo alle logiche di mercato, fino ai percorsi di consapevolezza nelle zone di conflitto
Due focus specifici saranno dedicati all’autocoscienza e all’ecologia. Mentre quattro sessioni speciali renderanno omaggio a donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura: Luce d’Eramo, Marija Gimbutas, Susan Sontag e Adriana Zarri. Ad impreziosire ulteriormente questa edizione, la presenza di due figure di spicco come madrine: la vincitrice del Premio Campiello Giulia Caminito e la psicoanalista femminista Manuela Fraire. L’appuntamento è Roma, alla Casa Internazionale delle Donne di Trastevere: uno spazio aperto per dialogare, riflettere e affinare la consapevolezza attraverso la cultura e la letteratura.
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