Gran Bretagna, stretta sull’immigrazione. Il piano di Starmer per evitare “un’isola di stranieri”
Il premier laburista vuole limitare gli arrivi regolari nel Paese. Dalla residenza permanente ai visti, alla conoscenza dell’inglese: ecco cosa prevede il Libro Bianco del suo governo

Londra, 12 maggio 2025 – Difesa dei confini anche per la Gran Bretagna, che – a detta del premier laburista Keir Starmer - rischia di diventare un'"isola di stranieri" senza "restrizioni severe" agli ingressi. L'inquilino di Downing Street ha presentato oggi il controverso piano per ridurre "significativamente" l'immigrazione regolare nel Paese, sottolineando che i cambiamenti proposti non riguardano solo i numeri."Il caos del governo precedente ha anche cambiato la natura dell'immigrazione in questo Paese con meno persone che danno un forte contributo economico, più persone che lavorano in settori della nostra economia che esercitano una pressione al ribasso sui salari", ha detto rimarcando che "non si sta promuovendo la crescita, non si sta promuovendo la giustizia, né si sta difendendo lo status quo in altri modi". "Si sta in realtà contribuendo alle forze che stanno lentamente disgregando il nostro Paese", ha aggiunto. Starmer ha sottolineato che "l'immigrazione diminuirà". "È una promessa – ha proseguito –. Quindi forse il cambiamento più importante in questo Libro Bianco è che finalmente onoreremo il significato di 'riprendere il controllo' e inizieremo a scegliere chi viene qui in modo che l'immigrazione sia al servizio del nostro interesse nazionale", ha proseguito.
Cosa prevede il piano immigrazione
Fra le misure contenute c'è l'estensione da cinque a dieci anni del periodo necessario per ottenere il permesso di residenza permanente, con eccezioni previste per infermieri, medici, ingegneri e manager nel campo dell'intelligenza artificiale che potranno presentare domanda prima. Ci sarà poi un inasprimento delle condizioni per la concessione dei visti di lavoro, soprattutto per quelli meno qualificati, e per i livelli richiesti di conoscenza dell'inglese, mentre le aziende del settore assistenziale e sanitario, che dipendono fortemente dalla manodopera straniera, non potranno più reclutare personale direttamente dall'estero.