Germania ancora al voto. Come funziona il sistema elettorale tedesco
Dopo il fallimento della coalizione proposta dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz il 23 febbraio i cittadini tedeschi saranno nuovamente chiamati alle urne. Ma come si è arrivati a questo punto? La crisi politica tedesca L’alleanza di governo, in vigore da tre anni, tra la SPD di Scholz, il partito dei Verdi e il partito liberale democratico (FDP) è crollata dopo l’addio dell’ormai ex ministro delle Finanze Christian Lindner voluto dal cancelliere tedesco dopo settimane di crescenti tensioni interne alla coalizione sulla politica finanziaria. Tensioni che, alla fine, non hanno portato a nessuna direzione chiara per la gestione delle politiche economiche. Da qui la necessità di tornare alle urne. Esteri 12 Novembre 2024 Crisi politica in Germania: c’è l’accordo per la data delle elezioni anticipate La conferma arriva da fonti interne al gruppo parlamentare del partito socialdemocratico (SPD) di Olaf Scholz, attuale premier 12 Novembre 2024 elezioni germania Guarda ora Sul tavolo delle prossime decisioni da prendere ci saranno Ucraina (tutti a favore di un auito continuato a Kiev con la sola eccezione di AfD e il BSW che vogliono porre fine alle forniture di armi a Kyiv e riprendere relazioni con Mosca), il rafforzamento dell’economia (da ricordare che Berlino, ex locomotiva d’Europa, ha registrato il secondo anno consecutivo di contrazione con il 2024 che ha visto la peggiore performance degli ultimi 20 anni). C’è poi la questione energetica: tutti a favore delle rinnovabili ma resta aperto l’interrogativo sulle metodologie di finanziamenti. Unica eccezione l’AfD che si oppone ai sussidi per le energie rinnovabili. Sullo sfondo ancora la migrazione dopo i recenti attacchi perpetrati alla popolazione. Tutti argomenti che dovranno essere discussi da parlamentari che, come detto, saranno eletti il 23 febbraio e che daranno vita al prossimo parlamento della Bundestag, la camera dei deputati. Economia 30 Gennaio 2025 Germania, il Pil si contrae dello 0,2% nel quarto trimestre, più del previsto Su base annua l’ economia tedesca ha subito una contrazione sia nel 2023 che nel 2024, rispettivamente dello 0,3% e… 30 Gennaio 2025 pil germania economia germania Guarda ora Il quadro politico attuale Attualmente la fotografia del quadro politico tedesco vede i princi

Dopo il fallimento della coalizione proposta dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz il 23 febbraio i cittadini tedeschi saranno nuovamente chiamati alle urne. Ma come si è arrivati a questo punto?
La crisi politica tedesca
L’alleanza di governo, in vigore da tre anni, tra la SPD di Scholz, il partito dei Verdi e il partito liberale democratico (FDP) è crollata dopo l’addio dell’ormai ex ministro delle Finanze Christian Lindner voluto dal cancelliere tedesco dopo settimane di crescenti tensioni interne alla coalizione sulla politica finanziaria. Tensioni che, alla fine, non hanno portato a nessuna direzione chiara per la gestione delle politiche economiche. Da qui la necessità di tornare alle urne.
Sul tavolo delle prossime decisioni da prendere ci saranno Ucraina (tutti a favore di un auito continuato a Kiev con la sola eccezione di AfD e il BSW che vogliono porre fine alle forniture di armi a Kyiv e riprendere relazioni con Mosca), il rafforzamento dell’economia (da ricordare che Berlino, ex locomotiva d’Europa, ha registrato il secondo anno consecutivo di contrazione con il 2024 che ha visto la peggiore performance degli ultimi 20 anni). C’è poi la questione energetica: tutti a favore delle rinnovabili ma resta aperto l’interrogativo sulle metodologie di finanziamenti. Unica eccezione l’AfD che si oppone ai sussidi per le energie rinnovabili. Sullo sfondo ancora la migrazione dopo i recenti attacchi perpetrati alla popolazione. Tutti argomenti che dovranno essere discussi da parlamentari che, come detto, saranno eletti il 23 febbraio e che daranno vita al prossimo parlamento della Bundestag, la camera dei deputati.
Il quadro politico attuale
Attualmente la fotografia del quadro politico tedesco vede i principali i due schieramenti divisi tra i socialdemocratici di centro-sinistra (SPD) di Scholz e i conservatori all’opposizione mentre dall’altra parte si è evidenziata un’alleanza tra i cristiano-democratici (CDU) e l’Unione Cristiano-Sociale (CSU). Outsider, ma neanche tanto, sono i Verdi e l’estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) i quali, di fronte al calo di consensi dei due schieramenti citati, hanno invece registrato un aumento dei consensi. Nel variegato mondo politico teutonico, inoltre, sono da citare anche nomi come i Democratici Liberi (FDP), i Democratici di estrema sinistra Linke e l’Alleanza di sinistra Sahra Wagenknecht (BSW) che con ogni probabilità rappresenteranno semplici comete dal momento che non sembrano in gradi di superare quel famoso 5% di sbarramento necessario per entrare in Parlamento. Attualmente secondo i sondaggi i conservatori sembrerebbero i favoriti anche se, come dimostrato da più parti, il grave sintomo dell’astensionismo e del più ampio disinteresse verso la politica pare abbia coinvolto ampiamente il pubblico tedesco. Un panorama caratterizzato da un’alta fluidità nelle preferenze con elettori sempre meno fidelizzati dai partiti.
Il sistema elettorale tedesco
Il sistema elettorale tedesco è di tipo misto e, nello specifico, vede un sistema proporzionale personalizzato e maggioritario, un mix che, nato per favorire le coalizioni, è anche un potenziale pericolo vista la complessità dell’intero procedimento. Il primo esempio di regole particolarmente macchinose si ha già dal momento del voto. Infatti ogni elettore ha diritto a due voti su una scheda. Il primo, il cosiddetto Erststimme, è quello maggioritario ed è riferito ad un rappresentante di uno dei 299 collegi uninominali. Vince chi riceve più voti in ciascuna circoscrizione. Il secondo voto, invece, lo Zweitstimme, è riferito al partito politico i cui candidati sono fissati su una lista per ciascun Land.
Sarà questo secondo voto a permettere di stabilire la distribuzione proporzionale dei seggi del Bundestag anche perché tra le due preferenze di può anche essere una diversa scelta di partito. Si applica, quindi, il voto disgiunto. Sebbene esista una soglia di sbarramento fissata al 5% esistono due eccezioni. La prima è riservata ai partiti che rappresentano minoranze nazionali (in questo caso la soglia di sbarramento del 5% non viene considerata). La seconda, invece, si riferisce a quei partiti che riescono a ottenere tre mandati diretti attraverso l’Erststimme (saranno considerati seggi i voti di lista della parte proporzionale). Quest’ultima eccezione, però, è stata abrogata dal Tribunale costituzionale ma, dal momento che ancora non stata regolamentata, la vecchia direttiva resta ancora efficace.
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