Fotovoltaico: rendere accessibile l’energia solare agli indigeni Batwa salverebbe migliaia di ettari di foreste in Congo
Ci sono luoghi della Repubblica Democratica del Congo (RDC) in cui si tagliano alberi perché l’energia solare è inaccessibile. In un Paese che fornisce la maggior parte del rame e del cobalto utilizzati nelle batterie agli ioni di litio, per la transizione energetica dell’Occidente, l’accesso all’elettricità è ancora un privilegio per pochissimi congolesi. Scarso accesso...

Ci sono luoghi della Repubblica Democratica del Congo (RDC) in cui si tagliano alberi perché l’energia solare è inaccessibile.
In un Paese che fornisce la maggior parte del rame e del cobalto utilizzati nelle batterie agli ioni di litio, per la transizione energetica dell’Occidente, l’accesso all’elettricità è ancora un privilegio per pochissimi congolesi.
Scarso accesso all’elettricità per milioni di persone
Secondo un rapporto IRENA, Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, aggiornato al 31 luglio 2024, la RDC ha una capacità installata di energia rinnovabile di 174 megawatt (MW), con l’idroelettrico che rappresenta la maggior parte di questa capacità e un enorme potenziale per lo sviluppo di fonti come l’energia solare e quella eolica.
Secondo il profilo energetico dello stesso rapporto, nel 2022 solo il 22% della popolazione del Paese aveva accesso all’elettricità.
Si tratta di una situazione drammaticamente paradossale, aggravata dalle difficoltà delle aree rurali più remote, dove ogni giorno le comunità devono affrontare sfide significative per accedere ai servizi energetici di base e all’acqua pulita.
Abbattimento delle foreste ecosistemi in pericolo
Global Forest Watch,, la piattaforma che monitora le foreste del mondo in tempo reale, indica che nel 2020 la Repubblica Democratica del Congo contava 160 milioni di ettari di foresta naturale, pari al 69% del suo territorio. Nel 2023, ne ha persi 1,18 milioni di ettari. Tra le cause di questo fenomeno vi sono la deforestazione per l’agricoltura di sussistenza e industriale, il taglio illegale di legname destinato al mercato internazionale, l’estrazione mineraria illegale, la costruzione di infrastrutture e gli incendi, spesso appiccati per ottenere nuove terre coltivabili. Anche i cambiamenti climatici, con siccità più frequenti e temperature in aumento, rendono le foreste più vulnerabili. Tutti questi fattori combinati stanno accelerando la perdita di uno degli ecosistemi più importanti per la stabilità climatica globale.
Ci sono aree escluse dalla rete elettrica, dove le batterie dei telefoni vengono ricaricate con piccolissimi pannelli fotovoltaici e la maggior parte delle persone dipende dal taglio della legna nelle foreste e nella savana per ottenere legna da ardere e carbone, contribuendo così all’aumento della deforestazione nella regione.
Si tagliano alberi per avere elettricità
È il caso di molti villaggi della provincia di Tanganyika, nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo. In un’area di quasi 135 mila chilometri quadrati (poco meno della metà della superficie italiana), vivono circa 3 milioni di persone. Il fallimento delle infrastrutture per estendere la rete elettrica alle popolazioni rurali potrebbe essere compensato dalla diffusione dei pannelli fotovoltaici. Tuttavia, questi risultano ancora troppo costosi. Così, per poter accedere a uno stile di vita minimamente adeguato, le popolazioni tagliano le foreste per produrre carbone vegetale. Anche se questo viene principalmente usato per cucinare, in alcune zone viene bruciato per azionare turbine collegate a generatori elettrici. Tuttavia, questo metodo è molto inefficiente rispetto ad altre fonti di energia, non garantisce condizioni di vita adeguate per le popolazioni e contribuisce pesantemente alla deforestazione e alle emissioni di CO₂.
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