F1 2025, zero margine di errore: aggiornamenti in pericolo

Il regolamento finanziario della F1 2025 fissa a 135 milioni di dollari il massimale che i team possono spendere per la stagione agonistica in relazione alle voci di spesa che devono essere rendicontate. Entrato in vigore nel 2021, il budget cap presta ancora il fianco a diverse speculazioni, in quanto i team cercano sistematicamente di […]

Mar 13, 2025 - 11:46
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F1 2025, zero margine di errore: aggiornamenti in pericolo

Il regolamento finanziario della F1 2025 fissa a 135 milioni di dollari il massimale che i team possono spendere per la stagione agonistica in relazione alle voci di spesa che devono essere rendicontate. Entrato in vigore nel 2021, il budget cap presta ancora il fianco a diverse speculazioni, in quanto i team cercano sistematicamente di interpretare il regolamento a proprio vantaggio.

Una delle spese più elevate che le scuderie devono sostenere è quella relativa al costo del lavoro. Con l’entrata in vigore del limite di spesa, pertanto, si è iniziato a utilizzare tecniche di finanza creativa. A titolo di esempio, all’interno della divisione Red Bull Motorsport fanno capo diverse società che fanno capo alla medesima impresa: Red Bull Racing, Red Bull Advanced Technology e Red Bull Powertrains.

Esiste la legge, non la titolarità

Tale assetto organizzativo consente di mettere a bilancio il costo del lavoro delle figure professionali più costose solo in minima parte sul programma F1 e quindi a carico di Red Bull Racing. Ovviamente la concorrenza non è stata certo a guardare, ampliando la propria mission anche in altre discipline. In tal senso, hanno suscitato molto interesse le collaborazioni tra le scuderie di Formula 1 e i team partecipanti all’America’s Cup di vela.

F1 FIA
Mohammed Bem Sulayem (presidente FIA) e Stefano Domenicali (Presidente F1) presenti al Gran Premio di Baku edizione 2024

In questo scenario, la FIA cerca di monitorare la spesa delle scuderie, ma anche in questo ambito, a conti fati, l’organo federale non sembra strutturato per assolvere alla onerosa missione di revisori dei conti, in quanto non ha titolarità per contestare le scelte operate dai team in merito all’allocazione delle proprie risorse. Un paradosso che però descrive esattamente quello che succede nella realtà.

L’anno di transizione richiede una guida virtuosa

Nella scorsa stagione abbiamo assistito a situazioni che descrivere assurde o quanto meno curiose è poco. I rovinosi crash di Logan Sargeant, Alex Albon e Franco Colapinto, ad esempio, hanno ovviamente obbligato il team di Grove a effettuare numerose riparazioni. Gli incidenti dei tre piloti dello storico team inglese, parliamo della Williams, per intenderci, sono costati circa 12 milioni di dollari, in sostanza poco meno del 10% del budget cap.

F1 FIA
La Red Bull RB20 di Sergio Perez dopo il contatto con le barriere al Gran Premio di Monaco 2024

Primatista in questa particolare classifica, nella campagna agonistica 2024, è stato il messicano Sergio Perez, con i suoi quasi cinque milioni di dollari di danni recati alla sua Red Bull. In questa stagione di transizione, che a passi da gigante si avvicina alla rivoluzione regolamentare del 2026, le sorti del campionato potranno essere decise anche dal virtuosismo dei piloti, in grado di minimizzare i costi sostenuti in riparazione.

Il piano di sviluppo potrebbe dipendere dai costi delle riparazioni

Gli aggiornamenti delle vetture vengono deliberati unitamente al rilascio del progetto tecnico. Tuttavia, una volta testati in pista, si possono presentare due scenari. Se la vettura si comporta in modo simile alle simulazioni in galleria del vento e al CFD, lo sviluppo prosegue sul solco tracciato dagli ingegneri. Viceversa, se l’auto manifesta una grave difformità rispetto ai valori apprezzati nelle simulazioni, i team non possono fare altro che sviluppare update correttivi anziché evolutivi.

Mai come in questa stagione il programma di sviluppo delle monoposto sarà cruciale per le sorti del campionato. Per intenderci, non ci si potrà permettere di avere un passaggio a vuoto come quello mostrato da Ferrari dal Gran Premio di Spagna della passata stagione, quando debuttò un consistente quanto fallimentare pacchetto di aggiornamenti. Per tale ragione, nel 2025 sarà richiesto ai piloti di minimizzare il costo della voce riparazioni.

F1 FIA
la Ferrari di Lewis Hamilton all’interno del garage della storica Scuderia Ferrari

Diciamo questo perché ogni spesa extra andrebbe a influire pesantemente sul completamento del piano di sviluppo. L’impossibilità di liberare ulteriore potenziale dal mezzo, in assenza di risorse economiche da allocare sulla stagione 2025, equivarrebbe alla fine del ciclo di vita della monoposto e all’inevitabile plafonamento prestazionale. Sotto questo punto di vista i team a rischio sono molti.

Nel prossimo campionato solo Ferrari, McLaren, Aston Martin e Williams potranno contare su una line-up costituita da piloti che hanno corso almeno una stagione completa nella classe regina del motorsport. La stessa Red Bull schiererà, a fianco del campione del mondo in carica Liam Lawson, che ha disputato appena undici Gran Premi. Per non parlare di Mercedes, che ha portato in F1 Kimi Antonelli, vera e propria gemma dell’Academy della Stella a Tre Punte ma pur sempre un rookie.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat 

Immagini: Scuderia Ferrari – Red Bull – F1TV