Effetto Trump sulla ricerca medica svedese: cancellati diversi progetti

Preoccupazione fra i vertici delle università svedesi per i continui tagli alla ricerca medica decisi dal Governo americano

Mag 7, 2025 - 11:50
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Effetto Trump sulla ricerca medica svedese: cancellati diversi progetti

Il National Institutes of Health (NIH) statunitense è il principale finanziatore mondiale della ricerca biomedica. Oltre a sostenere progetti negli Stati Uniti, finanzia anche studi che non possono essere condotti sul suolo americano, ma che si svolgono in università e istituti all’estero.

La prima ondata di tagli alla spesa federale, attuata dopo l’insediamento di Donald Trump alla presidenza nel gennaio scorso, ha costretto il NIH a licenziare 1.300 dipendenti e a bloccare oltre 2 miliardi di dollari di sovvenzioni alla ricerca.

Poi, le onde d’urto hanno raggiunto la Svezia. Due progetti di ricerca svedesi-americani, finanziati da fondi NIH, sono stati interrotti.

Come ha spiegato a Euractiv Martin Bergö, vicepresidente del Karolinska Institutet (KI), le decisioni statunitensi incidono direttamente sul finanziamento della ricerca in Svezia. “Al KI abbiamo finanziamenti NIH per 39 progetti in corso, uno dei quali, che studiava la neurobiologia della disforia di genere, ha dovuto essere interrotto anticipatamente perché i fondi sono stati ritirati”.

Un attacco alla scienza

Un altro progetto, condotto da ricercatori del KI e dell’Università di Göteborg insieme a colleghi americani, che studiava incidenti stradali e cure per traumi in Angola, è stato cancellato a causa della riduzione dei fondi da parte dell’agenzia USAID.

Inoltre, un articolo di ricerca svedese sugli effetti del cambiamento climatico nella diffusione dell’encefalite da zecche (TBE) in Svezia è stato respinto da una rivista scientifica americana perché conteneva il termine “cambiamento climatico”.

Secondo Bergö, il problema più grave non è la perdita di fondi – i 39 progetti NIH rappresentano solo l’1,5% del bilancio complessivo del KI – ma “l’attacco sistematico alla comunità scientifica, alla libertà e all’autonomia delle università americane, incluso il rischio concreto di un congelamento dei finanziamenti”.

Il KI ha istituito un gruppo di lavoro per valutare se scienziati americani siano interessati a trasferire le loro ricerche mediche in Svezia, e se università prestigiose, come Harvard, o aziende farmaceutiche statunitensi vogliano aprire sedi affiliate presso il KI a Solna, vicino Stoccolma.

Nuovi tagli in arrivo

Nel frattempo, una seconda ondata di tagli al budget NIH è in arrivo.

Nella proposta di bilancio dell’amministrazione statunitense per il 2026, presentata venerdì scorso, il budget NIH subisce un taglio di oltre 20 miliardi di dollari (circa il 40%) e viene prevista una profonda riorganizzazione.

Karin Forsberg Nilsson, preside della facoltà di medicina dell’Università di Uppsala, ha dichiarato a Euractiv che l’ateneo ha in corso nove progetti di ricerca svedesi-americani finanziati dal NIH.

“I tagli dell’amministrazione USA rappresentano un attacco totale alle università, alla ricerca medica e all’istruzione superiore, e ne sono profondamente indignata”.

“Finora non abbiamo subito conseguenze dirette, ma il futuro è incerto. I nostri ricercatori temono che i fondi o i progetti dei loro collaboratori americani vengano cancellati.”

I legami scientifici tra Svezia e USA

Forsberg Nilsson ha aggiunto che alcuni ricercatori e studenti esitano a recarsi negli Stati Uniti per ricerca o conferenze, per il timore di essere trattenuti o espulsi per contenuti presenti nei loro dispositivi elettronici.

Eppure, gli USA restano il principale partner internazionale della ricerca medica svedese.

Secondo un rapporto del Consiglio svedese per la ricerca, quasi un terzo (28%) delle pubblicazioni mediche a prevalenza svedese include almeno uno scienziato americano.

“Dal rapporto emerge anche che le collaborazioni scientifiche internazionali producono risultati di alta qualità”, ha sottolineato Forsberg Nilsson.

Magnus Johansson, professore di biomedicina e virologo molecolare all’Università di Örebro, collabora con un collega statunitense sullo studio dei Flavivirus, virus che causano malattie come TBE, febbre gialla e virus del Nilo occidentale.

Johansson si occupa dell’interazione tra il virus TBE e le cellule dei mammiferi, mentre il suo collega americano studia la febbre del Nilo occidentale; i risultati, afferma, “si fecondano a vicenda”. Tuttavia, il futuro dei finanziamenti americani appare incerto.

Nonostante ciò, dato il valore della collaborazione, se il collega americano dovesse trovarsi in difficoltà, “lavoreremo insieme per trovare soluzioni e portare avanti la ricerca”, ha dichiarato Johansson a Euractiv.

Secondo il disegno di legge dell’amministrazione USA, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) riceveranno quasi la metà del loro budget annuale, restando con 4 miliardi di dollari. Il mese scorso hanno già dovuto tagliare 2.400 posti di lavoro.

Questo significherebbe, ad esempio, la chiusura del Centro per la Salute Globale dei CDC, responsabile delle missioni sanitarie globali in tema di prevenzione dell’HIV, mortalità e morbilità infantile, sorveglianza della salute materna, salute delle persone LGBT+ e prevenzione della gravidanza adolescenziale, secondo quanto riportato dalla rivista The Lancet.

Martin Hallbeck, vice-preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Linköping, dove diversi ricercatori collaborano con colleghi statunitensi ad esempio nel campo dell’oncologia, ha anch’egli espresso preoccupazione.

“Condividiamo una crescente preoccupazione internazionale per i cambiamenti in corso nella politica statunitense, dove sembrano avanzare sentimenti anti-scientifici e decisioni populiste, con possibili gravi conseguenze per la salute umana a livello globale, sia nel breve termine – con l’interruzione di interventi sanitari importanti – sia nel lungo termine, rallentando i progressi medici fondamentali”, ha dichiarato a Euractiv.