Dall’arresto al palco dei guru. Il contadino nelle stanze dei poteri

Neanche dopo le condanne, il tribunale dei minori fece marcia indietro sugli affidamenti. Un’ascesa lunga quarant’anni interrotta dalla nuova inchiesta del 2011: l’inizio della sua fine.

Mar 7, 2025 - 07:22
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Dall’arresto al palco dei guru. Il contadino nelle stanze dei poteri

FIRENZE

E’ cominciato tutto a Prato, nelle giornate cullate dai sogni com’erano quelle dei ragazzi degli anni ’70, ed è finito in una cella del carcere di Padova, dove si consegnò in una tarda sera di un giorno di novembre del 2019 dopo aver saputo di essere un condannato senza più appello.

Tra il primo arresto del 1978, e l’epilogo della Cassazione (14 anni e 10 mesi di condanna per abusi sui minori affidati alla comunità dal tribunale dei minori di Firenze), ci sono 41 anni di vita di Rodolfo Fiesoli, interamente dedicati alla sua creatura, il Forteto. Una parentesi lunghissima confinata dentro due conti con la giustizia. Del primo, se ne fece quasi beffa. L’ultimo, ha segnato il tramonto, definitivo o quasi, di lui e della sua comunità di cui è stato il leader.

Lui, il profeta. Gli altri, i suoi pretoriani. Un manipolo di fedelissimi cresciuti con lui alla parrocchia pratese della Querce, che lo chiamavano, appunto, già "profeta" quando il magistrato Carlo Casini ordinò l’arresto suo e del braccio destro Luigi Goffredi. Gridarono al complotto, al provvedimento politico del giudice cattolico contro loro, che volevano soltanto essere liberi coltivando la terra. E per un po’, questa narrazione passò. Tanto che la condanna per quei fatti, divenuta definitiva nel 1985, sparì dalle pagine dei giornali.

Le accuse sembrano una fotocopia di quelle che, alla vigilia di Natale del 2011, la stessa procura di Firenze tornerà a contestargli. Solo che con gli anni, maltrattamenti e vittime si erano nel frattempo moltiplicati. Anni in cui Fiesoli, nel suo regno di Vicchio, era riuscito a costruire una potenza economico-politica, dove i formaggi non erano più il suo principale pensiero. Lo invitavano ai convegni. Lo citavano nei libri e ne scriveva di propri. Eppure nel 1985, aveva incassato una condanna definitiva a 2 anni per maltrattamenti. Ma quel precedente non è mai stato un problema per il tribunale dei minori, che, anzi, "premiò" il condannato con un nuovo bimbo da accudire.

E’ passata per anni nel silenzio anche la presenza del "profeta" nelle liste dei sospetti dell’indagine sui delitti del mostro di Firenze. C’è una persona che riferì di aver visto "Rodolfo del Forteto" a fare un bisogno nella piazzola dove, poche ore dopo, verrà uccisa l’ultima coppia.

Fiesoli negò di essere mai stato agli Scopeti, e anche questa bega finì in un cassetto che anche ieri, la commissione parlamentare ha provato a riaprire, chiedendogli di una sfliza di nomi legati a quest’altro mistero di casa nostra. Lui ha risposto sempre no.

Chissà perché, nel cda del Forteto a un certo punto si trova il nome di Malpica, fratello del gran capo del Sisde negli anni dei fondi neri. Anche su questo, la memoria di Fiesoli - che ha 84 anni - si è inceppata, ieri. Eppure, la comunità-cooperativa di potere ne ha avuto davvero.

Quando, nel 2011, il profeta finì di nuovo in manette, aveva da poco presenziato al Tedx di Palazzo Vecchio, tra nomi della cultura e dell’innovazione.

Raccontava, in quel non breve spazio su un palco internazionale, di aver bevuto il thé con il magistrato Gian Paolo Meucci, padre del diritto minorile, e con il sindaco santo Giorgio La Pira. Marciava a Barbiana, citando spesso don Milani. Si vantava di aver le chiavi della chiesa e nell’istituzione di Vicchio c’era davvero. Nel 2003, gli assegnarono anche il Giottino d’Oro.

Nel 2011, con il suo arresto al culmine dell’indagine condotta dal pm Ornella Galeotti (nella foto), tutto questo gli si ritorse contro. E oggi, dopo due commissioni regionali e due parlamentari, ci si chiede ancora il perché, molti avessero puntato tutto su di lui.

stefano brogioni