Cresce l’occupazione, l’Istat: record dal 2004
A gennaio il tasso è al 62,8%, scende la disoccupazione (anche giovanile). La spinta soprattutto dagli over 50. Meloni: dati importanti, ma si può fare di più

Roma, 5 marzo 2025 – Il mercato del lavoro italiano infrange un altro record: con oltre 24,2 milioni di persone al lavoro e un tasso di occupazione in salita al 62,8%. Due numeri che, almeno per il momento, confermano come dazi e incertezze, dinamiche in calo della produzione industriale e frenate dell’economia non si siano trasmessi ai numeri del lavoro in Italia. Due numeri che, come era immaginabile, trovano immediata eco nelle valutazioni positive del governo. A cominciare dalla premier che avvisa: bene, ma "occorre fare ancora di più”. Del resto non mancano criticità e gap da colmare: a partire dalla forbice occupazionale ancora ampia tra uomini e donne e dalla considerazione che a trainare la crescita sono ancora gli over 50.
Ma partiamo dalle cifre e dalle percentuali. A gennaio, dunque, il tasso di occupazione raggiunge il 62,8%: il livello più alto dall’inizio delle serie storiche (gennaio 2004). E la disoccupazione scende al 6,3%, tra i giovani (15-24 anni) al 18,7%. Cala anche il tasso di inattività, al 32,9%. Questo vuol dire che si riduce il numero di chi sta fuori dal mercato del lavoro, che prima entra nel novero dei disoccupati e poi trova un posto. L’aumento degli occupati è di 145mila in un mese (+0,6%) e di oltre mezzo milione – 513mila – in un anno (+2,2%). A fare da traino sono sempre i dipendenti permanenti, anche se rispetto a dicembre si registra una risalita dei dipendenti a termine. Il bilancio nei 12 mesi conferma la crescita maggiore degli stabili (+702mila), seguita dagli autonomi (+41mila) e il calo dei dipendenti a termine (-230mila).
La fotografia sulle classi d’età vede una crescita più o meno diffusa, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali il numero di occupati diminuisce rispetto a dicembre. E, nel confronto annuo, la diminuzione riguarda anche i 15-24enni. Nonostante i miglioramenti sul versante femminile, l’occupazione continua a crescere di più tra gli uomini che a gennaio toccano la cifra record di 14 milioni. Le donne occupate sono comunque in aumento ma si fermano a quota 10 milioni 221mila. Questi i numeri chiave del mercato del lavoro a gennaio. A stretto giro le valutazioni: Giorgia Meloni li vede come risultati “importanti” delle politiche messe in campo ma dei quali non ci si può accontentare: “Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare ancora di più”. I dati Istat “confermano il dinamismo del mercato del lavoro anche in un quadro economico complesso e la fiducia nelle politiche avviate dal governo Meloni, che hanno tra gli obiettivi primari l’attivazione di chi, fino ad oggi, è stato fermo”, sottolinea, a sua volta, la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Il risultato, sottolinea, è proprio nei numeri: in un anno, i disoccupati sono diminuiti di oltre il 10% e, soprattutto, “si inizia a erodere la quota di inattivi (-1,3%)”.
Si tratta di una crescita “significativa” – fanno sapere da Confcommercio – che “mitiga i molteplici elementi di fragilità del quadro macroeconomico”, anche se restano alcuni nodi come sull’occupazione femminile, «un punto debole”. Un nodo su cui vanno all’attacco dalla Uil: «Il nostro Paese resta ultimo in Europa per tasso di occupazione femminile, il che la dice lunga sull’insufficienza delle politiche di conciliazione vita-lavoro», spiega la segretaria confederale Ivana Veronese.