Così il pesce testa di serpente sta terrorizzando le autorità USA: “uccidetelo se ne vedete uno”!
C’è un predatore silenzioso che si aggira nei fiumi e nei laghi americani. Ha il corpo lungo e scuro, la pelle chiazzata, una bocca grande piena di denti aguzzi e — dettaglio non trascurabile — una testa che ricorda quella di un serpente. Non è una creatura mitologica, ma il Channa argus, meglio conosciuto come...

C’è un predatore silenzioso che si aggira nei fiumi e nei laghi americani. Ha il corpo lungo e scuro, la pelle chiazzata, una bocca grande piena di denti aguzzi e — dettaglio non trascurabile — una testa che ricorda quella di un serpente. Non è una creatura mitologica, ma il Channa argus, meglio conosciuto come pesce testa di serpente settentrionale, specie che negli Stati Uniti sta seminando inquietudine.
Il perché di un certo allarmismo è presto spiegato: lungo fino a un metro e mezzo, caccia in modo aggressivo – delineandosi come specie invasiva aliena, seria minaccia per la biodiversità – e possiede anche la singolare capacità di respirare aria atmosferica. Sì, può uscire dall’acqua, e può sopravvivere per giorni sulla terraferma.
Una presenza inquietante, e sempre più diffusa

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Originario dell’Asia orientale — in particolare dei fiumi della Cina e della Manciuria — il pesce testa di serpente è stato avvistato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2002, in uno stagno del Maryland. Da allora la sua avanzata non si è più fermata. Oggi colonizza le acque di stati come New York, Delaware, Pennsylvania, Missouri e persino la Virginia Occidentale.
Com’è arrivato fin qui? La storia, come spesso accade, è contorta. Prima di essere dichiarato ufficialmente una minaccia ambientale, il Channa argus veniva venduto tranquillamente nei mercati ittici, nei negozi di animali e persino nei ristoranti di città come Boston e Saint Louis. Qualcuno lo avrà comprato per cucinarlo, qualcun altro per liberarlo — magari in buona fede — in un laghetto vicino. Ma una volta che il pesce è entrato nei corsi d’acqua, ha fatto il resto da solo.
Un mostro… da manuale
Non è solo l’aspetto a incutere timore. Il problema è che questo pesce fa sul serio. Vive in acque stagnanti e poco ossigenate — paludi, stagni, canali — dove si mimetizza tra i fondali fangosi e la vegetazione acquatica, si muove silenziosamente, scatta con precisione chirurgica e dilania la preda con i denti affilati. Mangia di tutto: larve, crostacei, anfibi, piccoli rettili, uccelli, persino mammiferi. I pesci autoctoni? Sono la sua dieta preferita.
E non è finita qui, visto che le femmine depongono fino a 50.000 uova, che si schiudono nel giro di due giorni. I genitori proteggono attivamente la prole, i piccoli crescono in fretta, ed all’interno di un ambiente in cui mancano i predatori naturali, il pesce testa di serpente si trasforma in una macchina inarrestabile: dominante, famelico ed estremamente efficiente.
Può camminare. E respira aria
Se fosse solo un super-predatore acquatico, il problema sarebbe già serio. In più, il Channa argus è anche un mezzo anfibio: possiede un particolare organo, chiamato organo soprabranchiale, che gli consente di assorbire ossigeno dall’aria, il che significa che può sopravvivere fuori dall’acqua anche per giorni interi.
Nei periodi di siccità, i giovani esemplari riescono persino a “strisciare” da uno specchio d’acqua all’altro, uno dei motivi per cui il pesce è così difficile da contenere.
Le autorità ambientali statunitensi hanno lanciato una sorta di appello: se ne vedi uno, non lasciarlo andare, ma uccidilo senza esitazioni. In alcuni stati americani — tra cui New York, California, Texas e Washington — il possesso, la vendita e il trasporto di questo animale sono già vietati per legge.
La risposta delle autorità: tra allarmi e strategie
Il Fish and Wildlife Service (FWS), l’agenzia federale che si occupa di fauna selvatica, ha confermato che “l’eradicazione totale è improbabile, ma con l’aiuto dei cittadini possiamo contenere la minaccia”. In effetti, la pesca sportiva si è rivelata uno strumento efficace: in alcune zone ha permesso di ridurre le popolazioni di Channa argus del 25%.
Un numero che può sembrare modesto, ma che in questo contesto rappresenta un traguardo non da poco, perché il pesce testa di serpente non è soltanto un pericolo per la biodiversità, ma anche una minaccia di natura economica: i comuni che vivono di turismo legato alla pesca sportiva rischiano di vedere le loro risorse azzerate, ed un ecosistema compromesso significa meno pesci autoctoni, meno turisti, meno introiti.
Un danno ecologico difficilmente reversibile
Il danno che questa specie può arrecare agli ecosistemi locali è profondo. Il pesce testa di serpente altera le catene alimentari, soppianta i predatori locali e trasforma gli equilibri biologici. Dove arriva, lascia un segno. I giovani, già da piccoli, si nutrono di zooplancton, larve e invertebrati acquatici, interferendo con le prime fasi dello sviluppo di molte specie autoctone, mentre gli adulti, più grandi e aggressivi, sono predatori apicali in grado di modificare le dinamiche di interi bacini.
E il fatto che possano resistere alla siccità e spostarsi da un punto all’altro li rende particolarmente difficili da circoscrivere. Un’emergenza ambientale in piena regola, che richiede non solo interventi locali, ma una visione coordinata e sistemica.
Il fascino sinistro del predatore perfetto
Il pesce testa di serpente incarna perfettamente l’idea di una natura che, spostata e snaturata dall’uomo, prende il sopravvento. Un predatore costruito per dominare, resistere e sopravvivere, una sorta di “invasore naturale” che si adatta e si impone, lasciando indietro tutto il resto.
Ma questa non è una saga da National Geographic. È un problema reale, urgente. E dietro l’orrore per il mostro con la testa da serpente, c’è una domanda che ritorna: quanto possiamo ancora permetterci di giocare con gli equilibri naturali senza pagarne il prezzo?
L’introduzione di specie aliene è una delle principali cause di perdita di biodiversità nel mondo.
Mappa degli avvistamenti negli Stati Uniti

@usgs.gov
Secondo i dati raccolti dall’U.S. Fish & Wildlife Service il Channa argus è stato segnalato nei seguenti stati: California, Florida, Illinois, Maryland, Massachussets, città di New York (presso il Meadow Lake del Queens), North Carolina, Pennsylvania ,Maryland, Missouri, Lousiana, Virginia, Arkansas, New Jersey, Delaware, Mississippi, Alaska, Hawai e Porto Rico.
Per una visualizzazione dettagliata e aggiornata degli avvistamenti, è possibile consultare la mappa interattiva – che abbiamo posto come immagine ad inizio paragrafo – fornita dall’USGS, il Servizio Geologico degli Stati Uniti, che mostra la distribuzione geografica degli avvistamenti confermati del pesce testa di serpente settentrionale, evidenziando le aree in cui la specie è stata segnalata e monitorata.
La diffusione del Channa argus negli Stati Uniti rappresenta una seria minaccia per la biodiversità acquatica. Le autorità continuano a monitorare la situazione e a implementare misure per contenere l’espansione di questa specie invasiva, ed in questo senso la collaborazione dei cittadini è fondamentale: in caso di avvistamento, è importante segnalarlo alle autorità competenti e seguire le linee guida per la gestione della specie.
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