Conad, perché ex dirigenti sono indagati per l’acquisizione di Auchan?

Sono coinvolti nel processo l'ex ad Francesco Pugliese e l'ex direttore finanziario Mauro Bosio. Procura e Guardia di Finanza hanno sequestrato oltre 36 milioni di euro

Mar 13, 2025 - 11:55
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Conad, perché ex dirigenti sono indagati per l’acquisizione di Auchan?

Sono due gli ex dirigenti della catana di supermercati Conad – Francesco Pugliese (ex ad) e Mauro Bosio (ex direttore finanziario) – che risultano indagati dalla Procura di Bologna. Nell’inchiesta sono ipotizzati i reati di corruzione e autoriciclaggio nell’acquisizione da parte della società di Auchan, realtà francese della grande distribuzione organizzata presente anche in Italia con vari punti vendita. Oltre ai due ex dirigenti sono indagate altre sette persone, tra cui alcuni loro famigliari.

Conad, cosa sappiamo sulle accuse di corruzione e autoriciclaggio?

Secondo l’accusa i due ex dirigenti Conad avrebbero dato vita a società di consulenza fittizie, attraverso le quali ottenere tangenti da parte di aziende e imprenditori che così facendo riuscivano a ottenere contratti con la catena di supermercati. Come si legge sul Sole 24 Ore Conad risulta parte lesa e a muovere denuncia sono state due cooperative associate.

Nel frattempo sono stati sequestrati da parte della Procura di Bologna e della Guardia di Finanza oltre 36 milioni di euro. L’acquisizione di Auchan risale al 2019, con un’operazione da 700mila euro grazie alla quale l’azienda ha rilevato tutti i punti vendita in Italia. A seguito dell’accordo Conad è diventata la più importante realtà della GDO, superando Coop.

Nel processo risulta indagato anche il manager e broker Raffaele Mincione, in passato coinvolto in Vaticano nel processo per la compravendita da parte della Santa Sede del palazzo di Sloane Avenue a Londra. Come riporta l’Ansa Mincione è accusato di aver consegnato 11,3 milioni di euro a Francesco Pugliese e Mauro Bosio, cifra giustificata con spese per consulenza fittizie.

Secondo l’accusa gli ex dirigenti avrebbero coinvolto la società Wrm Capinvest Ltd, controllata da Mincione. Nel 2019 è stata creata quella che sulla stampa viene citata come “società veicolo”: stando ai magistrati gli immobili sarebbero stati ceduti a fondi immobiliari collegati a Mincione e il consorzio si sarebbe impegnato a cedere a quest’ultimo una parte consistente della quota di partecipazione detenuta nella società “veicolo” al prezzo simbolico di 1 euro.