Città del Messico, ecco il nuovo hub del colosso della logistica. “I dazi di Trump? Aspettiamo gli sviluppi”

Le politiche di Trump rischiano di spegnere la crescita di un Paese dai problemi irrisolti. Il Ceo di Dhl Express México: “Il mega polo un importante segnale di fiducia verso il futuro”

Mar 17, 2025 - 19:26
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Città del Messico, ecco il nuovo hub del colosso della logistica. “I dazi di Trump? Aspettiamo gli sviluppi”

Città del Messico, 17 marzo 2025 – Una distesa di fabbriche e capannoni si estende lungo l’autostrada che dalla periferia di Città del Messico corre verso Nord, prima di uno spazio vuoto per chilometri e chilometri. Tra i grattacieli della capitale gruppi di impiegati fanno jogging dopo il lavoro, tra rivendite di tacos, frullati di frutta e banchetti di lustrascarpe. “Ho due fratelli e diversi parenti che vivono e lavorano da anni in Texas”, racconta Miguel, che lavora nella sede messicana di una multinazionale statunitense. “Fra Messico e Stati Uniti ci sono sempre stati stretti rapporti economici - prosegue - alzare barriere e introdurre dazi non conviene a nessuno. Di sicuro c’è preoccupazione per le conseguenze sulla nostra economia, speriamo che Trump torni sui suoi passi”.

I dazi statunitensi rischiano di spegnere la crescita di un Paese dai problemi irrisolti, come evidenziano i manifesti con centinaia di volti e nomi di desaparecidos, affissi su una rotatoria del centro di Città del Messico dalle famiglie alla disperata ricerca di giovani scomparsi. Guerre fra narcos, il racket dell’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti. Decenni di delocalizzazioni che hanno trasformato il Messico nella “fabbrica” degli Usa, facendo crescere anno dopo anno gli scambi commerciali fra i due Paesi: dal 2023 il Messico è diventato il primo partner commerciale degli Stati Uniti con 798,9 miliardi di dollari di scambi totali di merci, fra esportazioni e importazioni.

Donald Trump ha congelato fino al 2 aprile i dazi al 25% sui prodotti importati sia nei confronti del Messico che del Canada, i primi due Paesi finiti nel mirino del confronto commerciale e doganale portato avanti dal presidente Usa. La mossa è arrivata il giorno dopo aver concesso una proroga di 30 giorni alle case automobilistiche - Stellantis, General Motors e Ford - che si erano lamentate con il presidente del fatto che le sue tariffe del 25% contro i vicini a Nord e a Sud degli Stati Uniti avrebbero causato gravi danni al settore. Sul futuro, però, c’è un grosso punto interrogativo. “Il commercio globale ha sempre mostrato una grande resilienza - spiega lo statunitense John Pearson, Ceo di Dhl Express - con i dazi si potrebbero aprire opportunità per esplorare nuovi mercati, e in ogni caso gli scambi non si fermeranno. Il Messico è in mezzo alla mappa del commercio globale, e il futuro è luminoso”.

Parole rassicuranti spese durante l’inaugurazione del nuovo hub del colosso della logistica e dei trasporti, controllato da Deutsche Post, il principale gruppo postale tedesco, all’aeroporto internazionale di Querétaro, a circa 920 chilometri dal confine con gli Stati Uniti. Un’operazione avviata nel 2021 e supportata da un investimento di oltre 120 milioni di dollari, per creare il polo più importante per volumi di merci nell’area dell’America Latina, in grado di processare fino a 41mila pacchi ogni ora su un’area di quasi 30mila metri quadrati. Merci destinate a 12 destinazioni intermedie del Messico e, sempre per via aerea, anche al mega hub Dhl di Cincinnati, negli Stati Uniti governati da Trump. Circa 200 chilometri di nastri trasportatori, sistemi automatici per leggere i documenti, smistare i pacchi e farli arrivare a destinazione nell'arco di 24 ore. “E’ un importante segnale di fiducia verso il futuro - spiega Antonio Arranz Lara, Ceo di DHL Express México -. Il Messico è tra i venti Paesi del mondo che stanno registrando una crescita maggiore, e la vicinanza geografica con gli Stati Uniti fa la differenza. I dazi? Non possiamo fare altro che attendere gli sviluppi, e le decisioni della politica".