Bce, nessuna sorpresa: altro taglio di 25 punti base. Le prospettive future sono incerte

Come da attese la Bce taglia nuovamente i tassi di altri 25 punti base. Il tasso di deposito scende così al 2,5%. «La politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva, in quanto i tagli dei tassi di interesse stanno rendendo meno costosi i nuovi prestiti per le imprese e le famiglie e la crescita dei prestiti sta aumentando», si legge in una nota. Il sesto taglio consecutivo non sorprende nessuno, ma la vera questione si annida nel post-taglio. La BCE sarà ancora restrittiva? O si sta muovendo verso una fase neutrale? I tassi si stanno lentamente avvicinando a un livello che non limita più la crescita economica, il che normalmente potrebbe annunciare la fine del ciclo di allentamento. Ma questi non sono tempi normali. Si profila una guerra commerciale con gli Stati Uniti e la crescita, prossima allo zero, sta già subendo un duro colpo, poiché le aziende frenano gli investimenti, temendo che un conflitto prolungato possa danneggiare la domanda. L’inflazione complessiva nella zona euro rimane al di sotto della soglia del 3%, nonostante la ripresa registrata negli ultimi mesi del 2024. I dati pubblicati all’inizio di questa settimana hanno mostrato che l’inflazione nella regione è scesa al 2,4% a febbraio, in calo rispetto alla lettura di gennaio ma leggermente superiore alle attese. I banchieri ora vedono un’inflazione complessiva pari in media al 2,3% nel 2025, all′1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette una dinamica più forte dei prezzi dell’energia. A dicembre la banca centrale prevedeva ancora un’inflazione media del 2,1% nel 2025. Vite le difficoltà sono state riviste al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all’1,2% per il 2026 (dall’1,4%) e all’1,3% per il 2027. Ciò riflette la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. «L’economia dell’eurozona è cresciuta in misura modesta negli ultimi due mesi del 2024 e l’inizio del 2025 continua sulla stessa linea. La manifattura rimane debole risentendo anche dell’incertezza delle politiche commerciali mentre il settore dei servizi rimane resiliente. Maggiori investimenti in Difesa potrebbero sostenere il tasso di crescita dell’economia». Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. Lagarde ha anche voluto sottolineare che la Bce non si impegna su alcun percorso dei tassi e che le sue decisioni dipenderanno dai dati economici in arrivo di volta in volta. Dopo il taglio di oggi i mercati prezzano almeno altri 75-80 punti base di riduzioni nel corso dell’anno, con un tasso terminale che si stabilizza intorno al 1,98% entro febbraio 2026. Le aspettative attuali indicano tagli successivi che porteranno il tasso implicito a 2,08% entro luglio 2025, scendendo poi al 2% a ottobre, fino a stabilizzarsi sotto il 2% a dicembre 2025. Questo scenario riflette un allentamento graduale, ma lascia aperta la possibilità di revisioni in base ai dati macroeconomici futuri. L'articolo Bce, nessuna sorpresa: altro taglio di 25 punti base. Le prospettive future sono incerte proviene da Business24tv.it. Bce, nessuna sorpresa: altro taglio di 25 punti base. Le prospettive future sono incerte

Mar 6, 2025 - 16:46
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Bce, nessuna sorpresa: altro taglio di 25 punti base. Le prospettive future sono incerte

Come da attese la Bce taglia nuovamente i tassi di altri 25 punti base. Il tasso di deposito scende così al 2,5%. «La politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva, in quanto i tagli dei tassi di interesse stanno rendendo meno costosi i nuovi prestiti per le imprese e le famiglie e la crescita dei prestiti sta aumentando», si legge in una nota.

Il sesto taglio consecutivo non sorprende nessuno, ma la vera questione si annida nel post-taglio. La BCE sarà ancora restrittiva? O si sta muovendo verso una fase neutrale?

I tassi si stanno lentamente avvicinando a un livello che non limita più la crescita economica, il che normalmente potrebbe annunciare la fine del ciclo di allentamento. Ma questi non sono tempi normali. Si profila una guerra commerciale con gli Stati Uniti e la crescita, prossima allo zero, sta già subendo un duro colpo, poiché le aziende frenano gli investimenti, temendo che un conflitto prolungato possa danneggiare la domanda.

L’inflazione complessiva nella zona euro rimane al di sotto della soglia del 3%, nonostante la ripresa registrata negli ultimi mesi del 2024.

I dati pubblicati all’inizio di questa settimana hanno mostrato che l’inflazione nella regione è scesa al 2,4% a febbraio, in calo rispetto alla lettura di gennaio ma leggermente superiore alle attese.

I banchieri ora vedono un’inflazione complessiva pari in media al 2,3% nel 2025, all′1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette una dinamica più forte dei prezzi dell’energia. A dicembre la banca centrale prevedeva ancora un’inflazione media del 2,1% nel 2025.

Vite le difficoltà sono state riviste al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all’1,2% per il 2026 (dall’1,4%) e all’1,3% per il 2027. Ciò riflette la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale.

«L’economia dell’eurozona è cresciuta in misura modesta negli ultimi due mesi del 2024 e l’inizio del 2025 continua sulla stessa linea. La manifattura rimane debole risentendo anche dell’incertezza delle politiche commerciali mentre il settore dei servizi rimane resiliente. Maggiori investimenti in Difesa potrebbero sostenere il tasso di crescita dell’economia». Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte.

Lagarde ha anche voluto sottolineare che la Bce non si impegna su alcun percorso dei tassi e che le sue decisioni dipenderanno dai dati economici in arrivo di volta in volta.

Dopo il taglio di oggi i mercati prezzano almeno altri 75-80 punti base di riduzioni nel corso dell’anno, con un tasso terminale che si stabilizza intorno al 1,98% entro febbraio 2026. Le aspettative attuali indicano tagli successivi che porteranno il tasso implicito a 2,08% entro luglio 2025, scendendo poi al 2% a ottobre, fino a stabilizzarsi sotto il 2% a dicembre 2025. Questo scenario riflette un allentamento graduale, ma lascia aperta la possibilità di revisioni in base ai dati macroeconomici futuri.

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