Batterie esauste, ecco come recuperare litio e cobalto con il “microonde” (la scoperta è di un team di ricerca italiano)

Le batterie esauste non sono un rifiuto, ma una vera e propria miniera urbana da cui estrarre litio, cobalto e altri minerali preziosi… con il microonde! Caramel… al microonde Si chiama CARAMEL ed è il progetto sviluppato dall’Università degli Studi di Brescia e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il bando FISA (Fondo...

Mar 9, 2025 - 19:30
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Batterie esauste, ecco come recuperare litio e cobalto con il “microonde” (la scoperta è di un team di ricerca italiano)

Le batterie esauste non sono un rifiuto, ma una vera e propria miniera urbana da cui estrarre litio, cobalto e altri minerali preziosi… con il microonde!

Caramel… al microonde

Si chiama CARAMEL ed è il progetto sviluppato dall’Università degli Studi di Brescia e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il bando FISA (Fondo Italiano per le Scienze Applicate) con un investimento di oltre un milione di euro. Il progetto punta a trasformare lo smaltimento delle batterie in un’opportunità strategica di recupero di materie prime preziose.

L’acronimo è insolito e sta per New Carbothermic Approaches to Recovery Critical Metals from Spent Lithium-Ion Batteries. CARAMEL introduce un’innovativa tecnologia basata sull’uso industriale di forni a microonde, in grado di estrarre oltre il 90% del litio contenuto nelle batterie esauste con un consumo energetico ridotto di oltre il 50% rispetto alle tecnologie tradizionali. Il processo di “cottura in forno” elimina completamente l’uso di acidi inorganici commerciali, riducendo così l’impatto ambientale e il rilascio di sostanze inquinanti.

Questa metodologia non solo migliora l’efficienza e la sostenibilità del riciclo delle batterie, ma ha anche una rilevanza strategica per l’Italia e l’Europa. L’accesso alle materie prime critiche è una delle maggiori sfide geopolitiche del nostro tempo: con l’80% della produzione globale di litio e cobalto concentrata in pochi paesi extraeuropei, il recupero di questi materiali dai rifiuti rappresenta un passo fondamentale per ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la sicurezza economica.

Critical Raw Materials Act

Proprio per affrontare questa sfida, l’Unione Europea ha introdotto il Critical Raw Materials Act, fissando l’obiettivo di coprire almeno il 25% del fabbisogno continentale attraverso il riciclo entro il 2030. CARAMEL si inserisce perfettamente in questa strategia, offrendo una soluzione tecnologica scalabile ed efficiente per il recupero dei materiali critici, contribuendo concretamente alla creazione di una filiera industriale del riciclo delle batterie in Italia, ancora oggi assente.

La ricerca

Il progetto è frutto di una solida base di ricerca, che ha portato prima alla verifica della fattibilità e ora punta alla scalabilità. I primi passi sono stati mossi nel 2022, quando un team dell’Università di Brescia ha brevettato il metodo. Nel 2023, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM) e il Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico (CSMT), è stato realizzato il Proof of Concept (PoC), ovvero la dimostrazione preliminare per verificare la fattibilità della tecnologia. Ora, con CARAMEL, si punta a realizzare un impianto pilota per portare la tecnologia a TRL 6, ovvero un livello di maturità tecnologica industrialmente rilevante.

Osaka 2025

Il progetto CARAMEL ha ricevuto il prestigioso Intellectual Property Award e ha garantito all’Università degli Studi di Brescia la partecipazione all’Esposizione Universale Osaka 2025, in un evento dedicato all’eccellenza della ricerca pubblica italiana.

Con il crescente fabbisogno di batterie per veicoli elettrici e dispositivi tecnologici, l’estrazione di litio e cobalto dalle batterie esauste non è solo una scelta ambientale, ma una necessità strategica. Questo progetto dimostra che il recupero dei materiali critici può essere una realtà industriale, trasformando un problema ambientale in una risorsa preziosa per il futuro dell’Europa.

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Fonte: Università degli Studi di Brescia

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