Asset allocation, è tornata l’ora di puntare sull’azionario europeo

Dopo un decennio in ombra rispetto ai titoli statunitensi, i mercati azionari europei potrebbero tornare protagonisti. Ma la selezione attiva sarà cruciale secondo Columbia Threadneedle Investments

Mag 12, 2025 - 23:01
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Asset allocation, è tornata l’ora di puntare sull’azionario europeo

 

Per oltre dieci anni, le azioni europee hanno faticato a tenere il passo con i titoli statunitensi, soprattutto a causa del predominio della tecnologia americana. Ma ora, in un contesto globale in profondo mutamento, potrebbero esserci i segnali di un’inversione di tendenza. È quanto sostiene Francis Ellison, client portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments: “Riteniamo via sia in atto un cambiamento radicale, con l’Europa in grado di offrire opportunità di investimento più interessanti e fondata sulle sue virtù intrinseche, non solo in risposta agli affanni dei mercati statunitensi”.

Secondo Ellison, “le azioni europee sono poco amate, poco presenti nei portafogli e sottovalutate”, e questo le rende oggi particolarmente appetibili, soprattutto per gli investitori già posizionati nel Vecchio Continente. Oltre ai problemi interni agli Stati Uniti — come dazi, instabilità politica e valutazioni elevate — è proprio l’Europa a presentare una serie di catalizzatori capaci di sostenere un rally duraturo.

Un cambio di rotta dalla Germania

Uno dei fattori chiave riguarda la Germania, da sempre campione dell’austerità fiscale. Il Paese ha deciso di allentare il rigido freno al debito, attraverso due importanti deroghe: un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro e l’esclusione delle spese per la difesa superiori all’1% del PIL. Per Ellison si tratta di “un cambiamento strutturale di grande entità”, destinato a innescare un’ondata di investimenti in tutta Europa. I principali beneficiari? Difesa, infrastrutture e industrie connesse ai piani tedeschi.

La politica monetaria, a sua volta, si muove in parallelo. Ellison osserva che “in Europa il margine di allentamento monetario è superiore rispetto agli Stati Uniti”, stimando un calo dei tassi europei sotto l’1,5% entro la fine del 2025, dai livelli attuali del 2,5%. Un elemento che favorirebbe soprattutto banche e settore immobiliare.

Dazi e resilienza settoriale

Il tema dei dazi, che domina lo scenario globale, non risparmia l’Europa. Tuttavia, secondo Ellison, “i danni per il Continente sono mitigati” dal fatto che molte imprese europee esportano servizi e tecnologie non direttamente colpite dalle misure protezionistiche. Inoltre, il vero bersaglio della strategia americana sarebbe la rilocalizzazione industriale, più che l’Europa in sé.

Ciò detto, alcuni settori europei mostrano una solidità strutturale notevole. È il caso del lusso, dove marchi iconici mantengono un forte potere di prezzo anche in presenza di barriere commerciali: “I consumatori con un forte interesse per una borsa in pelle di alta gamma, ad esempio, hanno poche alternative prodotte negli Stati Uniti”. Ma anche software, automazione e intelligenza artificiale sono aree in crescita, con aziende europee ben posizionate.

La selezione dei titoli fa la differenza

Nonostante il contesto favorevole, Ellison mette in guardia: “Un’esposizione generalizzata al mercato non è la strategia migliore”. Alcuni settori — come quello automobilistico — restano sotto pressione, tra filiere in crisi e competizione cinese nei veicoli elettrici. Ecco perché la selezione attiva dei titoli risulta cruciale.

Un esempio emblematico è SAP, il colosso tedesco del software che oggi “ha una capitalizzazione di mercato superiore a quella dell’intero settore automobilistico tedesco”, evidenziando il crescente peso della tecnologia rispetto alla manifattura tradizionale. Anche nel settore bancario, la discriminante è la qualità: meglio puntare su istituti ben capitalizzati con modelli di business solidi, piuttosto che inseguire i semplici beneficiari del rialzo dei tassi.

Qualità come fattore guida

Alla base del successo, secondo Ellison, c’è un elemento chiave: la qualità. “Le società di alta qualità hanno un forte potere di determinazione dei prezzi, vantaggi competitivi duraturi e la capacità di generare flussi di cassa sostenibili”. Sono proprio queste le imprese capaci di cavalcare le tendenze macroeconomiche, con resilienza e visione globale. Il settore del lusso, le industrie specializzate e alcune aziende tecnologiche sono i principali candidati.

In sintesi, Ellison conclude che “sebbene lo sconto valutativo dell’Europa e il margine di manovra in termini di stimoli fiscali e di allentamento monetario forniscano un contesto favorevole, non tutte le aziende ne beneficeranno”. La selezione attiva dei titoli — fondata su qualità, resilienza e visione — è oggi la chiave per cogliere il potenziale europeo.