Apple porta in tribunale il governo UK: "Nessuna backdoor per i dati criptati"

Apple avrebbe deciso di passare alle vie legali contro il governo britannico

Mar 6, 2025 - 11:03
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Apple porta in tribunale il governo UK: "Nessuna backdoor per i dati criptati"

Stando a quanto riportato dal Financial Times, che cita fonti a conoscenza della questione, Apple avrebbe deciso di passare alle vie legali contro il governo britannico, rifiutando con decisione la richiesta di creare una backdoor per consentire ai servizi di sicurezza britannici di violare i sistemi di crittografia avanzati della società. Al centro del caso, la funzione Advanced Data Protection (ADP) di iCloud, un livello di sicurezza opzionale introdotto da Apple nel dicembre del 2022.

Se confermato, si tratterebbe del primo ricorso giudiziario contro le disposizioni previste dall'Investigatory Powers Act del 2016, una legge britannica che autorizza le agenzie di sicurezza del Regno Unito a richiedere ai fornitori di tecnologia di rimuovere o aggirare le proprie misure di protezione dei dati degli utenti. La società di Cupertino avrebbe presentato ufficialmente il reclamo all'Investigatory Powers Tribunal, l'organismo indipendente che verifica la legittimità degli ordini impartiti dalle autorità di sicurezza britanniche.

SICUREZZA NAZIONALE CONTRO PRIVACY DEGLI UTENTI

Lo scontro tra Apple e il governo britannico ha avuto origine a gennaio, quando Londra ha inviato alla società un cosiddetto Technical Capability Notice (TCN). L'ordine, che per legge Apple non poteva rendere pubblico, imponeva alla società di consentire ai servizi di sicurezza l'accesso ai dati criptati salvati dagli utenti su iCloud. Piuttosto che cedere, Apple ha deciso di ritirare la funzione ADP dal mercato britannico. Nonostante ciò, il governo britannico continua a considerare Apple non conforme al TCN, dato che l'ordine potrebbe consentire di accedere anche ai dati di cittadini residenti al di fuori del Regno Unito.

La vicenda ha immediatamente assunto rilevanza internazionale, attirando le critiche della Casa Bianca. Il presidente americano Donald Trump ha definito la richiesta britannica "una forma di sorveglianza simile a quella praticata dalla Cina", nonostante negli scorsi anni abbia criticato Apple per una questione simile. Anche Tulsi Gabbard, direttrice dell'intelligence nazionale statunitense, è intervenuta duramente, definendo l'ordine britannico "una grave violazione della privacy" che rischia di minare i rapporti bilaterali sulla condivisione dei dati.

Il governo britannico, dal canto suo. sostiene che aggirare i sistemi di crittografia sia indispensabile per contrastare minacce terroristiche e crimini gravissimi come l'abuso sui minori. Un portavoce del ministero dell'Interno ha affermato che Londra intende garantire sicurezza pubblica e privacy allo stesso tempo, applicando standard rigorosi e una supervisione indipendente. Tuttavia, la comunità degli esperti in sicurezza informatica è critica verso tale posizione, sostenendo che indebolire la crittografia esponga gli utenti a maggiori rischi, tra cui frodi, furti di identità e cyberattacchi sempre più diffusi.

APPLE: ''NON ESISTERÀ MAI UNA BACKDOOR''

Apple non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni sulla causa, ma ha ribadito con forza la propria linea ufficiale: "Non abbiamo mai creato né mai creeremo backdoor o chiavi d'accesso universali per i nostri prodotti e servizi". Secondo un ex alto dirigente della sicurezza britannica, che ha espresso dubbi sull'efficacia e sulla segretezza degli ordini del governo, la misura contro Apple rischia di dimostrarsi "poco efficace, difficilmente gestibile e destinata comunque a diventare di dominio pubblico".

La sentenza del tribunale britannico potrebbe arrivare già nelle prossime settimane e costituirebbe un importante precedente internazionale in tema di sicurezza e tutela della privacy.


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