9ova e L’estremità Del Cerchio: il viaggio dalla provincia alla grande città
Con il suo primo EP L’Estremità del Cerchio, in uscita oggi, venerdì 14 marzo, per No Face/Warner Music Italy, 9ova mette a fuoco il suo percorso artistico e personale. Il classe 2001, cresciuto a Varese tra strumenti musicali e cerchi di freestyle, cerca di portare nelle sue tracce introspezione e concretezza. Il progetto, prodotto da Leonel e 2nd Roof, vede la partecipazione di due nomi di spessore: Tormento e Quentin40, collaborazioni che danno un certo spessore all’EP. Abbiamo parlato con […] L'articolo 9ova e L’estremità Del Cerchio: il viaggio dalla provincia alla grande città proviene da Rapologia.it.

Con il suo primo EP L’Estremità del Cerchio, in uscita oggi, venerdì 14 marzo, per No Face/Warner Music Italy, 9ova mette a fuoco il suo percorso artistico e personale. Il classe 2001, cresciuto a Varese tra strumenti musicali e cerchi di freestyle, cerca di portare nelle sue tracce introspezione e concretezza.
Il progetto, prodotto da Leonel e 2nd Roof, vede la partecipazione di due nomi di spessore: Tormento e Quentin40, collaborazioni che danno un certo spessore all’EP.
Abbiamo parlato con 9ova per capire meglio il suo approccio alla musica, le influenze che hanno segnato il suo stile e il significato di questo nuovo capitolo della sua carriera.
Intervista a 9ova: “L’estremità del Cerchio è il mio viaggio, Tormento mi ha insegnato a godermelo”
Nel tuo EP racconti il passaggio dalla provincia a Milano. Quanto ha influito il contesto in cui sei cresciuto sulla tua scrittura e come vivi il salto verso una realtà più grande?
«Il contesto in cui sono cresciuto ha dato gli scenari alla mia scrittura, influenzandomi di conseguenza. Vivo il salto dall’estremità al centro come un cambiamento, tante cose non le credevamo così, altre sono mutate, si apre un nuovo capitolo. Torme una volta mi ha detto “chi è come noi ha un lungo viaggio da fare dentro se stessi, e tu hai trovato il tuo ora, goditelo”».
Nel brano che dà il titolo all’EP hai collaborato proprio con Tormento, una leggenda del rap italiano. Cosa ti ha lasciato questa esperienza e come si è sviluppata la vostra intesa artistica?
«Con Torme è stata una questione di attimi, abbiamo uno spirito molto affine, si è innamorato dell’EP e gli ho proposto il singolo che avrebbe dato voce al progetto. Volevo farlo con l’intento di farlo suonare super provinciale, doveva avere il suono di Varese, il passato e futuro, ma difendendo i nostri valori che non cambieranno mai. Mi ha insegnato molto una leggenda come lui, continua a farlo e continuerà».
Hai anche un featuring con Quentin40, un artista che ha avuto un impatto forte con il suo stile unico e poi si è un po’ allontanato dai riflettori. Com’è nata questa collaborazione e cosa vi accomuna musicalmente?
«Vitto (Quentin40) è un amico, si è allontanato dai riflettori per costruire la nuova arma d’attacco, è un artista vero. Volevo la sua penna, amo il suo modo di scrivere e come taglia le parole è incredibile! Gli ho chiesto di usarlo nella strofa del nostro pezzo, volevo che fosse anche un ritorno per lui dove potesse dare il meglio e lo ha fatto, l’ha resa gigante. Entrambi amiamo scrivere in un certo modo, dire cose fighe che muovano pensieri, questo ci accomuna».
Nel tuo percorso c’è stato un reality sul rap che, pur non avendo avuto una grande esposizione mediatica, ti ha dato visibilità. Guardando indietro, cosa hai imparato da quell’esperienza e in che modo ti ha aiutato a crescere come artista?
«Si, era un contest, e in quel momento ogni cosa proposta in provincia era una scusa per scoprirla ed uscirne. Mi ha fatto conoscere Pitch (manager di 9ova, ndr), Nik il mio fonico… Ho conosciuto gente figa, capitata lì, magari un po’ a caso. Ho legato molto con AVA con cui ho in mente di lavorare ancora».
A proposito di producer, hai lavorato con produttori di alto livello come 2nd Roof e Leonel. Che tipo di sonorità cercavi per questo progetto e quanto è stato importante il loro contributo nel definire l’identità dell’EP?
«Leonel è il mio produttore, con cui ho creato il tutto. Sulle panche, dalla soffitta di casa di sua nonna. Lavoravamo giorno e notte in giro sui mezzi, in macchina, al lago, ovunque, trasformavamo ciò che vivevamo in musica. Con l’EP avrei voluto far unire questa nostra idea con un professionista come Fede 2ndRoof, ho lavorato con lui all’EP sulle produzioni ed infine con il brano Lago arriva la ciliegina sulla torta. Leonel con 2ndroof, l’unione dei due modi all’estremo».
Brani come Ragazzi Sensibili mostrano un lato più intimo e riflessivo della tua musica. Quanto è importante per te trasmettere emozioni sincere nel rap e quali messaggi vuoi far arrivare a chi ti ascolta?
«Credo che la realness sia alla base della musica in generale, essere credibili qualsiasi cosa tu stia dicendo o suonando è ciò che ti differenzia. Un brano tuo deve essere tuo, la consapevolezza va di pari passo con l’essere vero. Come posso raccontare a qualcuno una bugia, o cantargli un qualcosa che non conosco, farei show allora, non musica. Questo racconto può salvarci, tutti possiamo salvarci o provarci almeno, questo è il messaggio. “Non volevo essere famoso, volevo una chance pure io” cit».
Da musicista e rapper, hai iniziato suonando il basso e facendo freestyle per strada. Quanto conta per te l’approccio musicale oltre al rap e pensi che in futuro potresti sperimentare ancora di più con strumenti e sonorità diverse?
«Suonare mi ha dato una visione più ampia della cosa, della musica in generale, di come poter frantumare in mille pezzettini la ritmica e come rispettare una pausa. Tutto questo sento che mi ha dato solo più skills. In futuro? Suonare il basso in qualche progetto, può darsi, perché no».
Ascolta qui di seguito L’Estremità del Cerchio di 9ova:
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